Sono state almeno tre le risse, o zuffe, o tentativi di aggressione che dir si voglia fuori da altrettanti locali dell’hinterland perugino e della zona di Deruta. La strada racconta che i protagonisti dei tre episodi potrebbero essere sempre gli stessi, o comunque facenti capo a una stessa banda. Ci sono gli uomini della vigilanza privata che ormai queste persone le conoscono praticamente per nome. Conoscono i loro curriculum e sanno benissimo chi hanno davanti quando se li vedono comparire nei pressi dei locali, in cui, a volte, non vengono nemmeno fatti entrare per precedenti problemi creati.
Come è successo ieri notte all’esterno di una discoteca di Sant’Andrea delle Fratte: un gruppo di ragazzi, noti alla vigilanza e soprattutto noti alle forze dell’ordine per i loro precedenti, ha aspettato che dal locale uscisse qualcuno che poi hanno aggredito. I buttafuori sono immediatamente intervenuti e si sono resi conto che alcuni dei coinvolti avevano pure lo spray al peperoncino che hanno anche spruzzato verso gli avversari. I vigilanti hanno subito chiamato la polizia che è intervenuta con una pattuglia della squadra volante.
La notte di Halloween invece erano state due le situazioni che hanno rischiato di degenerare. Soprattutto quella che si è verificata all’esterno di una discoteca della zona di Deruta. Secondo i presenti, anche qui, un gruppo di magrebini, italiani di seconda generazione e alcuni ragazzi di origine albanese, sono venuti alle mani nel parcheggio del locale e solo per un caso fortuito non c’è scappato un ferito o peggio. C’è stato infatti, fortuna ha voluto, un coltello a serramanico che non si è aperto e quindi nessuno lo ha potuto usare. Ma la situazione si era fatta ugualmente molto tesa. Questi ragazzi non sarebbero stati fatti salire nei mezzi di trasporto pubblico per tornare in città proprio per il comportamento che avevano avuto.
A pochi metri, fuori da un locale di Santa Sabina invece, qualcuno sarebbe stato ferito lievemente al torace, in quel caso, all’arrivo della polizia non c’era già più nessuno. I titolari delle discoteche, alcuni costretti a dotarsi di telecamere per la videosorveglianza e dotare gli addetti alla vigilanza privata di metal detector per provare almeno a preservare la sicurezza all’interno, sono scoraggiati. Spiegano che, pur facendo ogni azione possibile, non riescono ovviamente a controllare ciò che accade fuori dai loro locali. Una volta l’esterno dei locali, dove si va per fumare una sigaretta, serviva a socializzare, adesso è bene guardarsi attorno perché i giovani con un coltello in tasca sono aumentati a dismisura. E quel che succede nei parcheggi, nelle strade, immediatamente fuori dai locali spesso va a influire anche sul locale stesso, pur senza alcuna responsabilità.
Oltre a dotarsi del metal detector - lo hanno già fatto l’Urban e il Sonora - e di rigide regole all’entrata fatte rispettare da una schiera di agenti della vigilanza, cosa altro potrebbero inventarsi per difendersi da chi arriva intenzionato a creare problemi con una o più lame in tasca? Solo 48 ore fa è stato arrestato il presunto assassino di Hekuran Cumani, ammazzato in un parcheggio fuori da una discoteca da un 21enne che fa parte di una banda in cui i coltelli sono un must. Non è semplice intervenire, nemmeno per le forze dell’ordine, che sono sotto organico, e non possono essere contemporaneamente ovunque, ma serve una reazione forte. Un’azione mirata di controlli, per far sì che chi esce col coltello in tasca sappia che potrebbe incappare in conseguenze reali. Per evitare che altri ragazzi finiscano come Hekuran.
