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Cronaca

Delitto Hekuran, arrestato il 18enne già indagato. Il gip: “Indole violenta”

Si tratta del giovane che faceva parte della spedizione punitiva contro i buttafuori dell'Urban a maggio. Per quell'episodio aveva il divieto di dimora a Perugia: visto il ruolo nella rissa dell'omicidio è in cella

Francesca Marruco

28 Ottobre 2025, 08:12

Delitto Hekuran, arrestato il 18enne già indagato. Il gip: “Indole violenta”

Non poteva andare diversamente: è stato portato in carcere nelle ultime ore il 18enne indagato per minacce aggravate e porto di aggetti atti a offendere nell’ambito dell’inchiesta sulla rissa durante la quale Hekuran Cumani è stato ammazzato con una coltellata. Il giovane infatti, che fa parte del gruppo di Ponte San Giovanni con cui si sono fronteggiati i ragazzi amici della vittima arrivati da Fabriano nel parcheggio del Dipartimento di Matematica il 18 ottobre scorso, non si sarebbe potuto trovare a in città. Il gip infatti a suo carico aveva emesso un divieto di dimora nel comune di Perugia e la contestuale presentazione alla polizia giudiziaria per mettere la firma perché indagato per lesioni.

Il ragazzo infatti - che nonostante l’età ha un nutrito e inquietante curriculum pieno di precedenti - faceva parte della spedizione punitiva che a maggio scorso era andata fuori dalla discoteca Urban e aveva aggredito i buttafuori con tanto di roncola e spray urticante. Era stato proprio lui a spruzzarlo contro i buttafuori per scappare dopo averli aggrediti. Per questo episodio inoltre, il questore della provincia di Perugia, aveva emesso a suo carico il divieto di accesso al locale notturno e il divieto di stazionamento. E lui, non solo ha violato il provvedimento, ma nell’ultimo periodo, è risultato anche denunciato per danneggiamento perché il 12 agosto scorso avrebbe spaccato con una gomitata il lunotto dell’automobile della fidanzata, mentre si trovavano a San Benedetto del Tronto. La stessa probabilmente a cui la notte dell’omicidio di Hekuran ha chiesto di portare l’auto nel parcheggio di via Vanvitelli.

È da lì dentro infatti che il giovane ha preso un coltello con cui, scrive il procuratore Raffaele Cantone nella nota diffusa ieri per dare conto dell’arresto, “avrebbe dapprima minacciato il gruppo rivale” per poi “dopo essersi disfatto dell’arma, aggredire violentemente alcuni componenti dello stesso”. È la prima volta che la procura mette nero su bianco, in una nota stampa, responsabilità specifiche per chi ha preso parte alla rissa in cui è morto Hekuran. E il fatto che intanto siano state appurate le responsabilità del 18enne porta a ipotizzare che gli inquirenti - gli accertamenti della mobile sono costantemente coordinati dalla pm titolare del fascicolo, Gemma Miliani - stiano procedendo a spron battuto anche, e soprattutto, per l’omicida.


Al momento, nel registro degli indagati, con l’accusa di aver sferrato la coltellata mortale è stato iscritto un 21enne di Ponte San Giovanni di origine tunisina. Per la procura infatti è lui che ha colpito Hekuran, e verosimilmente anche il fratello della vittima, Samuele, ferito a una gamba. Il 21enne è a piede libero perché agli inquirenti manca ancora la prova regina. Ma nei prossimi giorni arriveranno gli esiti degli esami del Dna sugli oggetti sequestrati agli indagati che probabilmente segneranno una ulteriore svolta. Intanto il 18enne in cella potrebbe chiedere di essere ascoltato e dire ciò che sa, nel caso abbia nascosto qualcosa sulla ricostruzione della rissa fuori dal 100dieci. L’ingresso in carcere, in cui, nonostante la lunga lista di gravi precedenti, non è mai stato, perché maggiorenne da gennaio potrebbe magari stimolare un vero cambiamento. Che, a quanto pare, non è stato minimamente preso in considerazione nemmeno grazie ai diversi percorsi di messa alla prova. Il ragazzino infatti, oltre che per furti, risse e reati similari, era finito davanti ai giudici perché qualche anno fa era stato denunciato da una coetanea che l’aveva accusato di averla violentata nel bagno di un locale notturno.


Il suo avvocato, Giuseppe Gasparri, precisa che, “questo arresto certifica che lui non ha avuto un ruolo attivo dell’uccisione del ragazzo di 23 anni”. D’altro canto la gip, Simona Di Maria, che ha accolto la richiesta di aggravamento avanzata dalla procura, precisa che “l’indagato ha dimostrato di avere una personalità fortemente trasgressiva e violenta, come dimostrato con l’episodio di maggio (Urban, ndr) che per quello per cui si procede (rissa nel parcheggio, ndr)”.

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