Cronaca
Resta il divieto di detenzione di armi e munizioni a carico del cacciatore che nell’estate del 2022 avrebbe sparato contro un’abitazione di zona Montepincio a Spoleto, senza fortunatamente ferire nessuno, durante la battuta di selezione al cinghiale organizzata dalla Questura e dal Comune a seguito delle numerose segnalazioni arrivate dai residenti per la rilevante presenza dell’animale selvatico.
A stabilire che il cacciatore non può ancora riavere la licenza per il porto del fucile è stata prima la Prefettura di Perugia e con sentenza depositata il 25 ottobre anche il Tar dell’Umbria, davanti al quale l’uomo aveva impugnato gli atti. Il ricorso è stato ritenuto “infondato” dai giudici amministrativi che, recuperando anche le dichiarazioni rese del cacciatore all’epoca dei fatti, hanno confermato il divieto di detenzioni di armi e munizioni, sottolineando in sentenza che “un selettore esperto non dovrebbe mai sparare, in assenza di visuale libera, senza avere certezza della situazione dei luoghi”.
Il riferimento segue le parole del cacciatore verbalizzate nel 2022, con cui secondo il Tar “l’uomo ha ammesso di non avere avuto conoscenza della situazione dei luoghi, giustificando quanto accaduto con la presenza del bosco che escludeva la visuale della casa”. Una simile posizione, proseguono i giudici, rende a loro dire “tutt’altro che travisata o illogica la valutazione di inaffidabilità nell’uso delle armi e impediscono di ritenerne sproporzionate le conseguenze”. Da qui il respingimento del ricorso e il divieto tuttora a carico del cacciatore di detenere armi e munizioni.
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