Cronaca
L’avrebbe afferrata per i glutei e spinta contro un muro per poi leccarle il collo, “girarle la testa e tentare di baciarla” mentre le intimava di “stare zitta e non urlare”. Purtroppo per lei, una donna di 59 anni impiegata come infermiera in una Rsa a Perugia, era solo la prima parte dell’aggressione sessuale. Il suo collega - un operatore socio sanitario - infatti, secondo quanto lei stessa ha denunciato, poche ore dopo avrebbe tentato una seconda volta di molestarla, afferrandola per il collo e dandole un bacio sulla bocca.
La donna dopo un paio di settimane ha sporto denuncia, raccontando che il 45enne aveva tentato con lei un approccio un paio di anni fa, lei lo aveva respinto e per molto tempo lui non le aveva nemmeno rivolto la parola. Poi alla fine dello scorso anno aveva fatto un apprezzamento volgare sul suo corpo e lei gli aveva risposto per le rime. La donna ha specificato inoltre che nei mesi successivi, quando capitava in turno con lui, ha sempre cercato di rivolgergli la parola meno possibile e solo per argomenti strettamente attinenti alle questioni lavorative, dato quello che era successo.
Per questo, sottolinea lei stessa, quello che è accaduto il 25 agosto scorso al suo rientro dalle ferie l’ha sconvolta. Dopo l’accaduto, la 59enne aveva informato il direttore della struttura e in un primo momento erano stati fatti turni in cui i due non si incrociavano. Poi la donna ha denunciato tutto e sono scattate le indagini. Il gip - su richiesta del pm Patrizia Mattei - ha disposto per il 45enne il divieto di avvicinamento alla persona offesa con il braccialetto elettronico e la struttura sanitaria, dopo un procedimento disciplinare lo ha licenziato. Ieri mattina, davanti al gip, Natalia Giubilei, il 45enne si è avvalso della facoltà di non rispondere ma i suoi avvocati hanno chiesto ugualmente la revoca della misura: dopo il licenziamento, è la loro tesi, non c’è più possibilità che i due si incontrino.
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