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PERUGIA

Caso Prospero, oggi l'udienza: il 18enne vuole patteggiare. Il padre: "Gip rigetti l'accordo"

Francesca Marruco

23 Ottobre 2025, 08:54

Caso Prospero, oggi l'udienza: il 18enne vuole patteggiare. Il padre: "Gip rigetti l'accordo"

Andrea Prospero

L’appuntamento in aula è per questa mattina. La famiglia Prospero sarà presente con la speranza di vedere il gip che respinge la proposta di patteggiamento avanzata dall’avvocato di Emiliano Volpe, accusato di istigazione al suicidio, dopo aver incassato l’ok della procura. Quella proposta parla di una pena a due anni e mezzo sostituita con i lavori di pubblica utilità. Ieri pomeriggio a Perugia sono arrivati i familiari di Prospero. “Affrontiamo questa udienza con tutto il rispetto possibile per l’attività della procura, - dichiara l’avvocato Francesco Mangano che li assiste insieme al collega Carlo Pacelli - ma con l’auspicio e con la forza degli argomenti che abbiamo esposto, che il gip possa esercitare la discrezionalità che la legge gli consente per ritenere questa pena incongrua e ingiusta così come ritiene la famiglia di Andrea”.

La famiglia è pronta a costituirsi parte civile e stamattina depositerà una memoria in cui c’è anche una consulenza della criminologa Roberta Bruzzone. Secondo l’esperta, che ha esaminato gli atti del fascicolo, quello che si era creato tra Andrea Prospero ed Emliano Volpe era un “rapporto asimmetrico, in cui Volpe era leader e manipolatore - spiegano i legali - che ha reso azione reale quella che invece era una fantasia irreale di Andrea. È stato Volpo a rinforzare il proposito di Andrea, diventando, secondo la lettura di Bruzzo, l’unico colpevole di una decisione che Prospero non avrebbe mai preso da solo. Volpe è colpevole di un processo di desensibilizzazione della morte che si è concluso della tragica chat”.

Il padre di Andrea Prospero, trovato morto il 29 gennaio scorso in un monolocale del centro storico di Perugia, aveva detto: “È vergognoso un accordo di questo tipo. Se il giudice accetterà questo patteggiamento potremo dire che in Italia non c’è una giustizia giusta e che si può delinquere impunemente. Quel ragazzo non ci ha nemmeno mai chiesto scusa, è anche evaso, non so davvero cosa dire, mi mancano le parole”.

Intanto, dal fascicolo di indagine in cui Emiliano Volpe è accusato di istigazione al suicidio escono nuovi inquietanti elementi: nel corso dell’indagine, la squadra mobile di Perugia aveva ricevuto una segnalazione anonima tramite l’app Yuopol, in cui qualcuno, dicendo di far parte delle chat Telegram frequentate anche da Andrea, aveva indicato agli inquirenti due nomi - quello di un bulgaro e di un altro straniero - segnalati come gestori di una rete illegale dedita ai reati di truffa, pedopornografia e stupefacenti.

Nell’annotazione della mobile sono contenuti alcuni screenshot di una chat in cui l’utente scriveva: “Bro qua pariliamo di un ragazzino che si tolto la vita non si parla piu di cazzate di scam e robe varie”, “l’unica cosa per cui era preoccupato erano i 300 euro”.

Volpe è accusato di “avere rafforzato in Andrea Prospero il proposito, ad esso noto, di togliersi la vita mediante l’assunzione di farmaci contenenti ossicodone e benzodiazepine, portato a compimento contestualmente, interloquendo con il predetto nell’ambito della chat sul canale Telegram”. Quella chat dell’orrore che gli agenti della squadra mobile e i colleghi della postale trovarono nel cellulare dello studente, morto per avere ingerito tutte quelle pasticche di oxycontin e xanax. Secondo quanto emerso infatti, il giovane romano, che non ha mai risposto alle domande che gip e pm avrebbero voluto porgli, non collaborando mai in nessun modo col prosieguo delle indagini, aveva incoraggiato Andrea proprio nel momento in cui avrebbe potuto persuaderlo. Il 24 gennaio alle 12.16 Volpe scriveva a Prospero se era “arrivato l’Oxy”. “Mangia tutte e 7 le pasticche” gli diceva il 18enne. Volpe insisteva, “ce la puoi fare, ammazzati”. Lo studente arrivò addirittura a chiedergli “più incoraggiamento”. “Beviti una bottiglia di vino così muori. Cinque minuti e svieni” gli aveva detto l’odierno imputato.

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