Condannato a 21 anni a sua insaputa come capo di un'associazione nigeriana attiva nel traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
Nell'indagine del 2009, che aveva portato in carcere 30 persone, era finito anche il malcapitato cittadino nigeriano, rintracciato in Grecia nel 2012 e portato in carcere a Rebibbia, scambiato per un omonimo membro dell'organizzazione. Il caso è stato riportato dalla Testata giornalistica regionale Umbria di Rai 3.
L'uomo, che oggi ha 54 anni, è rimasto in cella per 2 mesi. Le conclusioni della polizia scientifica hanno messo nero su bianco che la voce dell'uomo non corrispondeva a quella della persona intercettata; lui è stato scagionato ma il processo, per un vizio di procedura, è andato avanti sino alla condanna a 21 anni senza che il condannato lo sapesse.
Il legale Luca Sebastiani ha presentato appello ottenendo l'annullamento e un nuovo processo. Nei giorni scorsi il tribunale collegiale di Perugia, accogliendo le richieste di assoluzione della difesa e della procura, lo ha assolto, dopo 16 anni dalla chiusura delle indagini, per non aver commesso il fatto.
"Una vicenda che impone una riflessione sul principio di non colpevolezza e sull'importanza del diritto di difesa, troppo spesso dimenticati", ha commentato l'avvocato Luca Sebastiani del foro di Bologna.