UMBRIA
A Perugia l’incremento dei furti in abitazione è del 30 per cento, a Terni sono addirittura triplicati. Il dato allarmante emerge dalla relazione del procuratore generale di Perugia, Sergio Sottani, pubblicata ieri in vista dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. A “destare preoccupazione”, oltre ai furti, tantissimi in Umbria, ci sono poi le continue violenze contro le donne. Il procuratore scrive infatti che i procedimenti per maltrattamenti in famiglia fanno registrare un aumento del 30 per cento nel corso dell’ultimo anno, così come il 30 per cento delle misure cautelari eseguite nella nostra regione riguardano proprio i reati da codice rosso, “con particolare accentuazione nel Ternano”.
Il procuratore sottolinea inoltre “il triste primato nazionale rappresentato dalla commissione nel territorio perugino del primo femminicidio dell’anno”.
Un altro grido d’allarme riguarda i reati commessi dai minorenni. “Particolare attenzione - scrive Sottani - va posta al significativo aumento di reati a carico di soggetti minorenni, il cui numero è cresciuto in modo significativo nell’ultimo anno. Questo dato impone un approccio integrato, che coniughi repressione e prevenzione, coinvolgendo anche il mondo scolastico e i servizi sociali, al fine di intercettare precocemente situazioni di disagio e devianza. Sul punto, questa Procura Generale ha iniziato, in collaborazione con la locale Università, un monitoraggio delle decisioni penali al fine di meglio comprendere i territori di provenienza dei minorenni sottoposti a procedimento penale nonché a classificare le tipologie criminose contestate a questi ultimi”.
Dal procuratore arriva anche un altro alert, molto inquietante. Partendo dal fatto che “rimangono inequivocabili i segnali sul rischio di infiltrazioni mafiose nel tessuto economico e sociale del territorio” e sottolineando, “l’esecuzione di misure cautelari a carico di soggetti inseriti in organizzazioni mafiose, dimoranti nel territorio umbro e sottoposti ad indagini da parte di altre autorità giudiziarie”, Sottani parla di una “preoccupazione rafforzata che l’Umbria, un territorio tradizionalmente estraneo alle dinamiche mafiose così come storicamente manifestatesi, costituisce da tempo un terreno fertile per le organizzazioni di criminalità organizzata per inserire in modo silente dei loro terminali che non operano in modo palese contro l’economia, ma si inseriscono all’interno dei flussi economici e finanziari per alterarne le dinamiche ed incrementare i loro profitti con attività che forniscono servizi, volti al riciclaggio di denaro e all’elusione fiscale”. Non solo, il procuratore infatti sottolinea pure la presenza di detenuti di alto spessore criminale in alcuni istituti penitenziari dell’Umbria e mette in evidenza ciò che lui stesso definisce un “dato allarmante”: “Nel corso degli ultimi tre anni - scrive - sono stati sequestrati all’interno dei quattro istituti penitenziari della nostra regione oltre duecento telefonini. I dispositivi sono stati rinvenuti nella quasi totalità a carico di detenuti di nazionalità italiana, appartenenti al circuito penitenziario di alta sicurezza. Un fenomeno che - evidenzia il procuratore - rispetto alla precedente indagine condotta nel 2022 su richiesta della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, mostra un aumento preoccupante nella diffusione di telefoni cellulari all'interno delle carceri. L'introduzione di smartphone, microtelefoni, tablet nelle strutture penitenziarie rappresenta una grave minaccia in quanto la presenza di questi dispositivi potrebbe consentire ai detenuti di continuare a commettere reati e mantenere legami illeciti con l'esterno”.
Un lungo passaggio della relazione Sottani è dedicato alla criminalità diffusa e alla rappresentazione “spesso urlata ed eccessivamente allarmistica” di alcuni organi di informazione. Sul punto il pg richiama l’intervista che lo scorso maggio il procuratore di Perugia, Raffaele Cantone, aveva rilasciato al Corriere dell’Umbria per “contrastare la narrazione di Perugia come città insicura”. Oltre alla rappresentazione, Sottani evidenzia come “numerosi episodi di violenza sulle persone, oltre che risse e scippi, si sono verificati soprattutto nei due capoluoghi di provincia e nei territori dell’Alta Valle Tiberina e del Folignate”. Ed è proprio sulla zona rossa di Perugia che Sottani mette nero su bianco una lunga riflessione: “Nel periodo estivo, per la prima volta, nella zona antistante la stazione ferroviaria è stato attivato un sistema di vigilanza rafforzata in forza di un’ordinanza prefettizia. Pur in assenza di risorse umane ulteriori rispetto a quelle ordinarie, vi è stato un efficace controllo del territorio; i numeri di tale attività sono stati rappresentati in occasione del bilancio presentato nel comitato ordine pubblico, al quale sono stati invitati anche questo procuratore generale e il procuratore distrettuale. Tuttavia, non può non notarsi come, a fronte di un encomiabile impegno delle forze di polizia, anche locali, il numero di misure di prevenzione e di misure cautelari, personali o reali, sia stato relativamente esiguo rispetto allo sforzo impiegato”.
Nella relazione il procuratore generale sottolinea inoltre la nuova frontiera della criminalità informatica, facendo riferimento alla morte di Andrea Prospero a Perugia e alla “preoccupazione per fenomeni di radicalizzazione attraverso i canali Internet da parte di estremisti di matrice religiosa che sfruttano la tecnologia per attività di proselitismo, addestramento, radicalizzazione e incitamento all’odio”. Sempre su Internet “allarmano i procedimenti in cui si è accertato l’adescamento di minorenni o reati di revenge porn”.
Non accenna a diminuire il traffico di droga in Umbria e, anzi, il procuratore Sottani scrive che “il narcotraffico rappresenta la più remunerativa attività illecita del distretto”, come dimostrato dalle operazioni di sequestro di notevoli quantitativi a carico di soggetti stranieri. “La natura etnica di queste associazioni non ne impedisce la contaminazione con soggetti italiani e soprattutto sono stati accertati collegamenti con esponenti di sodalizi inseriti nel circuito della criminalità organizzata”. Il procuratore sottolinea come “nell’attività di contrasto al traffico illecito di sostanze stupefacenti va indubbiamente segnalata la meritoria azione delle forze di polizia e delle procure del distretto”.
Sottani segnala inoltre che “un cittadino nigeriano è stato arrestato nel maggio scorso, nel territorio ternano, con l’accusa, da parte di autorità giudiziaria di altro distretto, di appartenere a un sodalizio mafioso nigeriano. Al di là degli sviluppi processuali, tale fatto rappresenta un indizio sintomatico del pericolo che nella regione si possano insediare soggetti collegati ad associazioni mafiose operanti in altri territori”. Non solo adulti: il problema riguarda anche i minori che, sempre più, spacciano. “Nella procura per i minorenni si registrano 37 iscrizioni di procedimenti per tale tipologia criminosa e non può ignorarsi come tali reati fungano da presupposto per altri crimini contro la persona e il patrimonio”. In materia di tutela dell’ambiente “preoccupa il reato di traffico di rifiuti, sul quale appare opportuno concentrare l’attenzione investigativa e migliorare il coordinamento tra le attività delle forze di polizia specializzate che operano sul territorio regionale”.
Sottani infine sottolinea il dato “assolutamente anomalo” riguardante i quattro omicidi volontari che si sono verificati a Spoleto.
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