cronaca
Chiara Petrolini e Roberta Bruzzone
Emergono nuovi dettagli sul caso di Chiara Petrolini, 22enne accusata di duplice omicidio premeditato e soppressione dei cadaveri dei suoi figli neonati. Secondo quanto riportato dalla Gazzetta di Parma, dai colloqui con gli psichiatri nominati dalla Procura di Parma, Mario Amore e Domenico Berardi, la giovane avrebbe raccontato le motivazioni che l’hanno spinta alla seconda gravidanza: "L’ho cercata perché la prima era andata male".
I colloqui sono contenuti nella nota tecnica del Reparto analisi criminologiche del Racis di Roma, illustrata lunedì in aula al processo dal colonnello Anna Bonifazi. Sul secondo parto, avvenuto in casa in completa solitudine come il primo, Chiara avrebbe dichiarato: "Pensavo fosse andato tutto bene in realtà… poi quando ho ripreso i sensi non respirava più… la causa della morte è stato proprio il taglio del cordone, ma io non ero informata, non avevo chiesto a nessuno". Il secondogenito venne seppellito in giardino, a poca distanza dal fratello nato un anno prima.
Quando lo psichiatra le ha chiesto se ci fosse stata inconsciamente la volontà di farsi scoprire, visto che gli scavi erano poco profondi, come riporta Ansa, Chiara ha risposto: "No, perché io non pensavo di aver fatto niente di male… di sbagliato". Nel frattempo, la Corte d’Assise ha disposto una perizia psichiatrica per valutare la capacità di intendere e di volere dell’imputata, attualmente in corso.
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La criminologa Roberta Bruzzone è intervenuta sui social per commentare il caso di Chiara Petrolini. Secondo Bruzzone, non si tratta di due "incidenti emotivi", ma di "una mente che impara da sé stessa. Che affina il proprio schema. Che trasforma l’esperienza del delitto in metodo". Tra il primo e il secondo omicidio, aggiunge, non c’è ripetizione, ma escalation: il secondo gesto sarebbe stato più freddo, più lucido e più efficiente, segno di chi ha imparato a controllare il proprio motore criminale. Bruzzone sottolinea che: "Ideazione, esecuzione, occultamento: un copione unico, lucidamente pianificato. Nessun delirio, nessuna perdita di contatto con la realtà. Solo razionalità strumentale e controllo dell’impulso. Chiara Petrolini non agisce in preda al panico, sceglie. Uccidere e nascondere diventano due facce dello stesso atto. Un atto ego-sintonico, coerente con la propria immagine interna: risolvere, tacitare, proteggersi".
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