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IL CASO

L’odissea di Monica Busetto: in carcere per un delitto confessato da un’altra, tra dubbi e battaglie giudiziarie

Due condanne, una sola colpevole? La vicenda inizia il 20 dicembre 2012 e stasera torna in tv al centro della puntata de Le Iene su Italia 1

Annalisa Ercolani

05 Ottobre 2025, 16:04

L’odissea di Monica Busetto: in carcere per un delitto confessato da un’altra, tra dubbi e battaglie giudiziarie

Monica Busetto e Susanna Lazzarini

La storia di Monica Busetto, operatrice sociosanitaria di Mestre, è una delle vicende giudiziarie più controverse ed enigmatiche degli ultimi anni in Italia. Il caso torna stasera in tv su Italia 1 con Le Iene al centro della puntata. Condannata a 25 anni per l’omicidio della vicina Lida Taffi Pamio, la Busetto si è sempre dichiarata innocente, mentre una seconda donna, Susanna Lazzarini, ha confessato sia questo delitto sia quello commesso tre anni dopo con modalità simili.

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Due condanne, una sola colpevole?

La vicenda inizia il 20 dicembre 2012, quando l’anziana Pamio viene uccisa in casa sua a Mestre, vittima di una feroce sequenza di violenza. Gli investigatori puntano da subito sulla dirimpettaia Busetto, che viene “incastrata” per via di una catenina trovata nella sua abitazione, contenente tracce di DNA della vittima. Questa, secondo la difesa, sarebbe una prova debole: la quantità di materiale biologico rilevata è talmente esigua da poter essere frutto di contaminazione, come evidenziato anche da esperti genetisti.

Il colpo di scena e le contraddizioni

Nel dicembre 2015, Susanna Lazzarini viene arrestata per l’omicidio di Francesca Vianello. Dopo poco confessa anche il delitto Pamio. Busetto viene scarcerata ma, incredibilmente, Lazzarini cambia versione durante l’interrogatorio: sostiene che Busetto avrebbe partecipato all’omicidio, pur non conoscendola direttamente. Così, Busetto viene nuovamente processata e condannata, mentre Lazzarini riceve due condanne a trent’anni per i due omicidi.

Una battaglia legale senza fine

Le difese di Monica Busetto non si sono mai arrese: tra richieste di revisione del processo, controanalisi sui reperti biologici e la collaborazione di esperti indipendenti, la vicenda non si è mai chiusa completamente. La Cassazione ha da poco rigettato la richiesta di riapertura del processo, ma i legali continuano a lavorare sui faldoni e sulle testimonianze non entrate a processo. E, tra concessioni temporanee di permesso dal carcere e lettere anonime arrivate ai legali, il caso resta aperto sotto molti punti di vista.

Il caso mediatico

Il clamore mediatico era arrivato nel 2024, quando la trasmissione Fuori dal coro, aveva dedicato un approfondimento al caso Busetto, rilanciando la discussione nazionale su uno degli errori giudiziari più significativi degli ultimi tempi. Il libro Lo Stato italiano contro Monica Busetto, scritto dal giornalista Massimiliano Cortivo e dal criminologo Lorenzo Brusattin, sostiene la tesi dell’innocenza di Monica, sottolineando tutte le contraddizioni e le zone d’ombra di una storia giudiziaria che potrebbe riservare ancora nuovi sviluppi.

Un giallo giudiziario senza precedenti

L’omicidio di Pamio è stato un efferato delitto casalingo: la vittima, colpita al capo, strangolata e poi accoltellata, venne trovata senza vita nel suo appartamento a Mestre poco prima di Natale. Gli inquirenti si sono subito focalizzati sui vicini di casa e la principale indiziata è diventata Busetto, “incastrata” da una catenina su cui la polizia ha rilevato tracce di DNA della vittima. Tuttavia, la difesa ha contestato la validità della prova, sostenendo che la quantità di materiale biologico fosse minima e potesse essere frutto di contaminazione di laboratorio.

Colpi di scena e doppia condanna

Tre anni dopo il primo omicidio, nel 2015, Lazzarini viene arrestata per l’omicidio di Francesca Vianello, una donna anziana anch’essa amica di famiglia. Dopo aver confessato quest’ultimo omicidio, Lazzarini ammette anche il delitto Pamio, portando così alla scarcerazione temporanea di Busetto. Ma la svolta sorprendente arriva pochi mesi dopo, quando al quarto interrogatorio Lazzarini cambia versione, accusando Busetto di aver partecipato all’omicidio, aggravando la situazione e portando a una nuova condanna all’ergastolo per Busetto, poi ridotta in appello a 25 anni.

Un caso che fa discutere

Solo di recente il caso Busetto ha raggiunto la ribalta nazionale, grazie ad approfondimenti mediatici e libri-inchiesta che sostengono la tesi dell’errore giudiziario. Ancora oggi si attende una svolta definitiva che possa chiarire una delle storie più oscure e intricate della giustizia italiana, tra confessioni, ritrattazioni e prove scientifiche sotto esame.

Fonte:

Corrieredelveneto

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