CRONACA
"Vattene via di qui, ti ammazzo, ti trovo ovunque tu vai. Hai visto la pistola, ti brucio la macchina, ti brucio assieme alla macchina". Sono le minacce che solo un mese fa un 47enne di origine albanese ha rivolto alla moglie impugnando un’arma. E’ solo l'ultimo episodio di una spirale di violenze che si protrae dal 2006. L'uomo è sottoposto a misura cautelare del divieto di avvicinamento alla donna e ieri, assieme al suo avvocato, Vincenzo Bochicchio, ha chiesto al Tribunale del Riesame, l’annullamento della misura.
Gli episodi contestati dalla Procura disegnano un quadro agghiacciante di violenza domestica. Tra gli eventi più inquietanti emerge quello in cui, durante una discussione mentre la donna teneva in braccio il figlio piccolo, ha "preso una prolunga e l'ha girata intorno al collo della donna minacciando di ucciderla". In un'altra occasione ha spinto con forza la moglie incinta contro un termosifone, mentre in un'altra mentre era alla guida le ha sferrato uno schiaffo per aver sbagliato strada, un colpo che le ha spaccato il labbro.
Secondo l'accusa, l'uomo maltrattava la moglie soprattutto "dopo aver fatto abuso di alcol e droga", mantenendo un atteggiamento prepotente e arrogante nel contesto familiare.
Durante i litigi la vittima è stata "costretta a chiudersi nella camera da letto" mentre lui danneggiava suppellettili, minacciandola che "se lo avesse lasciato le avrebbe reso la vita impossibili, che avrebbe ammazzato prima lei, poi i figli e infine se stesso".
L'accusa sottolinea come l'uomo abbia "determinato un insano clima di timore e tensione infliggendo alla donna e ai figli minori un regime di vita penoso e tormentoso". Nel 2021 "l'ha costretta a subire un rapporto sessuale contro la sua volontà", controllandola ossessivamente con continue telefonate per sapere dove fosse e con chi.
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