Taisir sarebbe dovuta tornare in classe, come tutti i suoi compagni di scuola, lunedì prossimo a San Biagio di Argenta, in provincia di Ferrara. E invece, in sua memoria, il sindaco della città ha indetto un minuto di silenzio in tutte le scuole, dopo la sua tragica morte.
La piccola infatti, 9 anni da compiere a dicembre, è stata travolta dall'autista di un tir che adesso è indagato per omicidio stradale dalla procura di Perugia. Il terribile incidente si è verificato martedì alle 12:30 lungo la E45 poco dopo il bivio per Resina. La bambina viaggiava insieme alla mamma e alla sorella a bordo di un SUV, davanti il papà all'interno del camper di famiglia. Tornavano da un viaggio in Tunisia, erano stati a trovare alcuni parenti. All'altezza di Resina il SUV è andato in avaria e la donna si è fermata, così come ha fatto il marito pochi istanti dopo. Hanno chiesto aiuto e nel giro di qualche istante sul posto è arrivato un mezzo dell'Anas con due tecnici a bordo. Hanno piazzato i coni lungo la strada e uno di loro si è messo una ventina di metri prima del mezzo con una bandiera a segnalare la situazione di pericolo.
Ma l'autista del tir, un 49enne di Città di Castello che probabilmente stava rientrando a casa, non si è fermato. Ha urtato la bandiera del tecnico, che solo per miracolo è uscito illeso, e poi è piombato dapprima sul mezzo Anas — per la gran parte distrutto — e poi addosso alla famiglia che pensava di trovarsi in un punto sicuro, con i coni a delimitare lo spazio. Per Taisir, sbalzata nella scarpata, non c'è stato scampo. La mamma, che ha riportato solo ferite lievi, si è lanciata nei rovi per soccorrerla e riportarla sulla strada. Ma è stato tutto inutile: nel frattempo sul posto era arrivato anche un autista del 118 di passaggio, che ha provato un primo massaggio cardiaco, ma non c'era più nulla da fare. A qualche metro di distanza il padre della bimba, che poi è stato ricoverato in ortopedia a Perugia con 40 giorni di prognosi, anche lui sbalzato fuori dalla carreggiata. Un bilancio quanto mai drammatico.
Adesso resta da capire cosa sia accaduto. Perché l’autista del tir non ha visto il tecnico di Anas con la bandiera e i coni a terra? Il sospetto degli inquirenti — gli accertamenti sul posto sono stati effettuati dalla polizia stradale di Città di Castello alla guida del comandante Lucio Stazi — è che fosse distratto. Che non guardasse la strada e che si sia reso conto di tutto solo quando ha urtato la bandiera. Anche per questo motivo gli hanno sequestrato il cellulare, che prossimamente verrà analizzato.
Intanto la procura di Perugia ha dato il nulla osta per la restituzione della salma di Taisir ai suoi genitori. La mamma è stata dimessa, mentre il padre e la sorella 14enne (non grave) sono ancora ricoverati.