Cronaca
I pagamenti contactless, grazie alla loro velocità e praticità, sono ormai una realtà consolidata in Italia, con milioni di transazioni effettuate ogni giorno tramite carte e smartphone. Tuttavia, la tecnologia NFC (Near Field Communication) che rende possibili questi pagamenti sta diventando un'arma a doppio taglio. I criminali hanno trovato nuovi modi per sfruttarla, utilizzando Pos portatili per frodi sempre più sofisticate, definite come "pickpocketing 2.0".
Come funzionano le truffe contactless con Pos portatili
Le frodi contactless sfruttano il fatto che le transazioni inferiori a 50 euro, secondo la normativa europea PSD2, non richiedono l'inserimento del Pin. I criminali utilizzano Pos portatili, spesso acquisiti illegalmente sul dark web o configurati con software fraudolento, per addebitare somme senza il consenso del proprietario della carta. Le tecniche più comuni includono:
- Avvicinamento furtivo: in luoghi affollati come metropolitane, autobus o mercati, i truffatori avvicinano un Pos portatile a tasche o borse contenenti carte contactless, eseguendo transazioni senza che la vittima se ne accorga.
- Falsi esercenti: alcuni criminali si spacciano per venditori ambulanti o rappresentanti di enti benefici, utilizzando Pos configurati per addebitare importi superiori a quelli dichiarati o per trasferire fondi su conti illeciti.
- Skimming avanzato: durante transazioni apparentemente legittime, i dati della carta vengono rubati e utilizzati per ulteriori frodi.
Un caso isolato: il "Pos Pirata" di Sorrento
A Sorrento, una donna è stata fermata con un Pos portatile nascosto nella sua borsa dopo un furto in un locale del centro. Gli inquirenti sospettano che la stessa persona sia collegata a un caso a Roma, dove un turista ha subito un addebito non autorizzato di 9mila euro. Il funzionamento del "Pos pirata" rimane in parte un mistero: non è ancora chiaro se l'importo da addebitare debba essere impostato manualmente o se il dispositivo possa effettuare prelievi automatici.
Perché queste truffe sono pericolose
Il "pickpocketing 2.0" è particolarmente insidioso perché le transazioni contactless per piccoli importi non richiedono autenticazione, rendendole un bersaglio facile. Le vittime spesso si accorgono degli addebiti solo controllando l'estratto conto, dando ai criminali il tempo di trasferire i fondi su conti esteri o in criptovalute. La portabilità dei Pos moderni, facilmente reperibili, complica il tracciamento. Inoltre, il caso di Roma suggerisce che alcuni dispositivi potrebbero aggirare i limiti standard delle transazioni contactless, consentendo prelievi di importi elevati.
Come riconoscere una possibile truffa
Per evitare di cadere in queste trappole, è essenziale prestare attenzione a segnali specifici:
- Comportamenti sospetti: persone che si avvicinano troppo in luoghi affollati, manipolando dispositivi nascosti.
- Richieste insolite: diffidate di chi propone pagamenti contactless in contesti non regolamentati, come raccolte fondi improvvisate o vendite ambulanti sospette.
- Notifiche inaspettate: addebiti non riconosciuti, anche di piccola entità, possono essere il primo segnale di una frode contactless.
Come proteggersi
- Portafogli schermati: custodie con protezione RFID/NFC che bloccano i segnali wireless, impedendo letture non autorizzate.
- Disattivare il contactless: contattate la vostra banca per disabilitare la funzione NFC tramite app o sportello, o richiedete una carta senza questa opzione.
- Monitoraggio in tempo reale: attivate notifiche push o SMS per ogni transazione per individuare immediatamente addebiti sospetti.
- Verifica dei Pos: durante un pagamento, controllate che il dispositivo sia legittimo e che l’importo sullo schermo corrisponda a quello richiesto.
- Limiti personalizzati: riducete il limite per transazioni contactless senza PIN tramite le impostazioni della vostra banca.
- Denuncia tempestiva: in caso di addebiti sospetti, contattate subito la banca per bloccare la carta e richiedere un rimborso.
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