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LA STORIA

La vita sfregiata di Melissa: "Mamma da tre anni e non ho mai visto il volto di mia figlia"

Il racconto della donna che dopo l'incidente sul lavoro non può più leggere, scrivere, guidare e camminare da sola

25 Luglio 2025, 19:51

Il vita sfregiata di Melissa: "Mamma da tre anni e non ho mai visto il volto di mia figlia"

Il 22 dicembre 2016 un'esplosione di un ordigno, nel suo ultimo giorno di lavoro, cambiò la vita di Melissa: "Sono senza vista e non conosco il volto di mia figlia nata tre anni fa". Dopo 18 interventi ad aprile il processo è finito in prescrizione, i suoi avvocati chiedono 2 milioni di risarcimento.

È una mamma, Melissa. Da tre anni. Ma è una mamma che non può leggere, scrivere, guidare. Che non riconosce i volti dei suoi cari, nemmeno quello di sua figlia. Non si orienta nello spazio e non può camminare da sola. Non può nemmeno gestire il denaro, Melissa, visto che non riesce a distinguere bene il valore delle banconote. È totalmente cieca da un occhio e quasi del tutto dall'altro. La incontriamo insieme ai suoi legali, gli avvocati Gennaro e Daria Esibizione. Arriva puntuale, insieme alla madre, il suo angelo custode da otto anni. Ha una maglietta bianca a maniche corte e le braccia scoperte piene di cicatrici da ustione. Ha lo sguardo dei non vedenti. Perso nel vuoto, velato, assente. L'intervista comincia da qui, dalla sfocatura delle immagini.

- Melissa, ma lei può vedermi?

"Vedo che ha i capelli lunghi ma non colgo il suo volto. Non saprei riconoscerla tra altre persone".

- Riesce a sentirmi?

"Ho un apparecchio acustico in entrambe le orecchie. Costa 6.000 euro. Lo sto pagando a rate".

- E la vista?

"Ho un occhio artificiale, una protesi in resina che devo sostituire ogni due anni. All'altro occhio mi sono sottoposta a due trapianti di cornea ed ora la capacità visiva residua è di un sessantesimo di visus".

- Chi le ha detto che aveva perso la vista?

"Ero in ospedale. E' stato chiamato uno psicologo. All'inizio mi ha comunicato che avevo perso un occhio, poi pian piano mi è stata detta tutta la verità, che anche l'altro occhio aveva subito lesioni gravissime".

- A quanti interventi si è sottoposta dal giorno dell'incidente?

"Diciotto, credo. Anche se ho perso il conto. Cinque interventi all'orecchio, sei agli occhi e sei per il trattamento laser delle cicatrici da ustione. E poi l'intervento agli zigomi con il posizionamento di placche di titanio".

- E ora, ora si è accettata?

"No. Non ho ancora perso la speranza di recuperare la vista. E poi le vede queste? (arrotola i pantaloni fino al polpaccio e indica le cicatrici in rilievo sulla gamba). Vorrei continuare i trattamenti laser".

- Nonostante ciò, nonostante diciotto interventi, è diventata mamma…

"Sì. Mia figlia è la gioia più grande della mia vita".

- Come fa ad occuparsene?

"Non rimango mai da sola con la bambina. Ma quando c'è qualcuno con me, cerco di farle sentire la mia presenza, la abbraccio, la cambio, le parlo. Se vuole, le racconto un aneddoto...".

- Dica.

"Visto che non posso, come fanno tutte le mamme, leggere una favola alla mia bambina, me la invento. Oppure prendo lo smartphone, metto lo zoom al massimo e imparo a memoria una riga alla volta".
Imparare a memoria le favole. Melissa lo dice con semplicità, come fosse una cosa normale. Una cosa che invece normale non è. Perché se essere madri è già di per sé uno straordinario atto di generosità, per lei, nonostante la sua buona volontà, diventa, ogni giorno, un atto di eroismo silenzioso".

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