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La denuncia

Le strade dell'Umbria come pattumiere: le piazzole di sosta trasformate in discariche

Catia Turrioni

03 Giugno 2025, 08:54

Abbandono rifiuti

Rifiuti nelle piazzole di sosta: qui Pietrarossa di Trevi

Ci si ferma per una pausa, una telefonata veloce o per sgranchirsi le gambe. Ma in troppi, prima di ripartire, lasciano qualcosa dietro di sé: bottiglie di plastica, sacchetti colmi di rifiuti, carta e cartoni, perfino vecchi pneumatici. Le aree di sosta lungo le principali arterie stradali dell’Umbria – da quelle della E45 o della Flaminia fino alle provinciali più trafficate – si stanno trasformando in piccole discariche a cielo aperto, specchio di un malcostume diffuso e di un degrado che spesso passa inosservato ma che racconta molto del rapporto, ancora troppo distratto, tra automobilisti e ambiente. Basta uno sguardo veloce per rendersi conto del problema: in quello che dovrebbe essere uno spazio di sicurezza si accumulano rifiuti di ogni genere lasciati con noncuranza a volte proprio sotto la cartellonistica di divieto di abbandono posizionata da Anas che, in alcuni casi (come a Pietrarossa di Trevi), allerta della presenza di telecamere di vigilanza che riprendono gli automobilisti che si fermano e scaricano immondizia. Segue in queste circostanze, grazie all’individuazione delle targhe sia di notte che di giorno, la denuncia all’autorità giudiziaria con conseguenze pesanti per coloro che pensano di poterla fare franca. Ma neanche questo basta. Tanto che il fenomeno cresce giorno dopo giorno, sotto gli occhi di tutti e a farne le spese non è solo il paesaggio, ma anche l’igiene pubblica, la fauna selvatica e l’immagine stessa della regione soprattutto in questi giorni in cui i flussi turistici toccano livelli record. “Non possiamo permetterci di accogliere i visitatori in un ambiente degradato – commenta un operatore turistico mostrando una serie di foto che sono state scattate appena la scorsa settimana – L’Umbria è conosciuta per la sua bellezza naturale e la sua pulizia. Ma se le strade raccontano un’altra storia, rischiamo di compromettere la nostra reputazione”.
Una risposta significativa contro l’abbandono di rifiuti potrebbe arrivare dall’Arpa (l’Agenzia regionale per la protezione ambientale) che ora si avvarrà di una flotta di droni, o per usare il termine tecnico, Uas – Unmanned aircraft systems – che affiancheranno le tradizionali attività di monitoraggio per rendere la sorveglianza del territorio più capillare, tempestiva ed efficace. Grazie a questi nuovi strumenti, Arpa potrà raccogliere dati anche in zone impervie o difficilmente raggiungibili da terra, offrendo così una visione dall’alto che integra e potenzia le analisi convenzionali. Discariche abusive, terreni contaminati, bacini fluviali e lacustri, impianti industriali: sono solo alcuni degli ambiti in cui i droni promettono di fare la differenza, rilevando situazioni critiche non sempre visibili con gli strumenti tradizionali. Una dotazione tecnologica all’avanguardia, pensata per alzare l’asticella del controllo ambientale. Questa svolta tecnologica va anche nella direzione della collaborazione: i nuovi strumenti saranno messi a disposizione per sviluppare sinergie operative con la Regione Umbria, condividendo dati e competenze per sostenere politiche ambientali più efficaci e mirate. E chissà che non contribuiscano a mantenere più pulite le aree di sosta lungo le principali strade dell’Umbria.

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