Turismo in Umbria, la finanza passa al setaccio b&b, case vacanza e affittacamere: scoperti affitti in nero per oltre 90mila euro e lavoratori irregolari
A oggi, secondo i dati forniti dal ministero del Turismo, su 9.147 strutture registrate, solo il 78,93% ha ottenuto il Cin (7.220). A livello nazionale questa percentuale sale all'87,34%.
Controlli della guardia di finanza contro l'abusivismo nel settore turistico
Un vero e proprio giro di vite della guardia di finanza contro l'illegalità nel settore turistico umbro. Le fiamme gialle del comando provinciale di Perugia hanno messo sotto la lente d'ingrandimento strutture ricettive e locazioni turistiche, scoprendo un diffuso fenomeno di abusivismo e concorrenza sleale. L'operazione è scattata nell'ambito delle normali attività di controllo economico del territorio, ma ha anche raccolto il grido d'allarme lanciato da tempo dalle principali associazioni di categoria, come Federalberghi e AssoTurismo, che denunciano la crescita di attività non in regola.
Il bilancio è significativo: su 18 strutture ricettive controllate in sei comuni umbri (Assisi, Foligno, Spoleto, Todi, Gubbio e Umbertide), ben 9 sono risultate non in regola. I controlli sono stati preceduti da un'accurata analisi e mappatura del rischio, sfruttando anche le banche dati e le piattaforme online. Le irregolarità riscontrate sono di varia natura e toccano aspetti cruciali sia per la trasparenza del mercato che per la sicurezza pubblici. In diversi casi, è emersa la mancata comunicazione dell'avvio dell'attività ricettiva agli uffici comunali. Inoltre, è stata riscontrata l'assenza della dichiarazione di locazione degli alloggi e, aspetto sempre più importante per la tracciabilità, l'omessa esposizione del Codice identificativo nazionale (Cin), uno strumento introdotto dalla legge numero 191/2023 proprio per garantire maggiore trasparenza nell'offerta ricettiva.
Particolarmente gravi le violazioni in materia di pubblica sicurezza. I finanzieri hanno verificato il rispetto dell'articolo 109 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, che impone l'obbligo di comunicare giornalmente alle autorità competenti le generalità degli ospiti. Ed è proprio su questo fronte che sono emerse situazioni critiche: i titolari di due strutture, situate ad Assisi e Todi, sono stati segnalati alla competente autorità giudiziaria per non aver adempiuto a tale fondamentale obbligo. I controlli hanno riguardato anche gli adempimenti introdotti dalla recente Legge regionale n. 23 del 2024, che disciplina l'offerta turistica in Umbria.
Ma le sorprese non sono finite. L'attività ispettiva ha fatto emergere anche un consistente volume di sommerso sul fronte fiscale e lavorativo. Sono stati infatti individuati tre soggetti che affittavano i propri immobili a fini turistici in nero, cioè senza alcun contratto regolare e, soprattutto, senza dichiarare i relativi proventi al fisco. Questi casi sono stati riscontrati nei comuni di Gubbio (due situazioni) e Umbertide (una situazione). Secondo la ricostruzione dei finanzieri, i proprietari avrebbero omesso di dichiarare ricavi per un totale complessivo che supera i 90mila euro.
Non solo affitti in nero, ma anche lavoro nero. Nel corso dei controlli, sono stati scoperti 2 datori di lavoro che impiegavano complessivamente 4 lavoratori in nero (uno ne impiegava 3, l'altro 1). Le sanzioni previste per ogni lavoratore irregolare sono salate, potendo variare da un minimo di 1.950 a un massimo di 11.700 euro, arrivando a un potenziale importo complessivo massimo di oltre 44 mila euro per i casi scoperti.
L'obiettivo di queste operazioni è chiaro: garantire condizioni eque per tutti gli operatori del settore, tutelare i consumatori e impedire che l'illegalità, inquinando il mercato, danneggi chi opera nel rispetto delle regole. L'azione della Guardia di Finanza si inserisce in un programma più ampio di monitoraggio delle attività economiche in una provincia come quella di Perugia, a forte vocazione turistica. Le fiamme gialle hanno già annunciato che l'attività di controllo proseguirà anche nei prossimi mesi su tutto il territorio provinciale, a tutela della legalità economica e della corretta concorrenza nel settore turistico.
A oggi, venerdì 30 maggio, secondo i dati forniti dal ministero del Turismo, su 9.147 strutture registrate, solo il 78,93% ha ottenuto il Cin (7.220). A livello nazionale questa percentuale sale all'87,34%.
NewsletterIscriviti ora
Riceverai gratuitamente via email le nostre ultime notizie per rimanere sempre aggiornato ...
Corriere dell'Umbria - Le notizie del giornoRicevi ogni sera le notizie del giorno
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy