perugia
“Amanda Knox non è vittima di alcun errore giudiziario ma è stata riconosciuta come una calunniatrice”. E’ quanto hanno sostenuto Patrick Lumumba e il suo avvocato, Carlo Pacelli, che ieri mattina hanno indetto una conferenza stampa per commentare le motivazioni con cui la Cassazione ha spiegato la conferma della condanna a tre anni, già scontati, per aver calunniato Lumumba. Lo stesso Lumumba, commentando la nuova attività di Amanda ha detto: “E’ arrivato il momento in cui Amanda Knox può guardare indietro e se intende difendere le vittime della giustizia deve cominciare a farlo con me”. Patrick, che nel 2007 venne indicato da Amanda come colpevole, ha sottolineato di non avere mai ricevuto parole di scuse da parte dell’americana e nemmeno una lira di risarcimento, nonostante le sentenze. “Aspetto un risarcimento da parte sua - ha dichiarato- perché se deve aiutare le persone con la associazione lo fa in base alle leggi e il risarcimento che chiedo è previsto dalla legge. Dice sempre che mi ha chiesto scusa ma non le ho mai ricevute”. I giudici della Corte di Cassazione, nella sentenza scrivono che Knox aveva “piena consapevolezza dell’estraneità” di Lumumba.
“La circostanza appurata che fosse nella casa la sera dell'omicidio - proseguono i giudici - rafforza inevitabilmente il convincimento della piena consapevolezza in capo a lei dell'innocenza dell'accusato, coincidendo il movente della sua azione, con l'intento di uscire dalla personale situazione scomoda di sospettata per essere stata in casa al momento del delitto ed avere avuto le chiavi per farvi accesso, posto che l'autore dell'omicidio non aveva dovuto compiere nessuna effrazione per entrarvi”. Per gli ermellini, “nei dialoghi intercettati in carcere il 10 novembre del 2017, aveva mostrato rammarico per aver compromesso la posizione di Lumumba, al quale aveva rovinato la vita e al quale doveva delle scuse”. E sul famoso memoriale, per cui i giudici di Firenze erano stati chiamati a esprimersi dopo che la Corte Europea aveva riconosciuto la violazione dei diritti difensivi della Knox, scrivono che “fosse atto oggettivamente calunnioso, in quanto contenente l'indicazione esplicita e precisa che Lumumba fosse l'autore dell'omicidio, proiettata in un contesto (tra sogno e realtà, tra detto e non detto) idoneo semmai a conferirle ancora maggiore efficacia rappresentativa e, rispetto al destinatario, superiore capacità di convincimento e seduzione” e anzi, fu anche il memoriale a “determinare l'adozione del provvedimento giurisdizionale” per Lumumba.
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