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Perugia

Laura Santi: "Non mi giudicate, cercate di capire"

L'assessore regionale Barcaioli: "Ho da tempo sollecitato l'adozione di un protocollo operativo"

Francesca Marruco

01 Maggio 2025, 07:19

Suicidio assistito, la libertà di Laura Santi: dopo due anni riceve il semaforo verde dalla commissione medica. La sua storia

Laura Santi

“Non giudicate, cercate solo di comprendere”. Laura Santi, la giornalista affetta da sclerosi multipla progressiva, all’indomani dell’annuncio dei contatti con la Svizzera, vista la mancata risposta dalla Asl e dalla Regione Umbria sulla sua procedura di suicidio assistito, ha scritto un lungo post in cui chiede di non essere giudicata. “Amici - sta scritto nel post - , molti di voi da ieri (martedì, ndr) mi stanno chiedendo, c'è qualcosa che posso fare, c'è qualche problema che posso risolverti. Io vi ringrazio ma devo dirvi di no. Non mi offrite assistenza come alcuni fanno, allo stato attuale io sono piena di assistenza e cura. Come ho già detto, non è quello il motivo della mia scelta. Fa male lasciare la vita - spiega Santi che nell’ultimo periodo si è trovata a fronteggiare un aggravamento della malattia - perché di vita per me ce n'è una sola, e perché il mondo, con le sue bellezze e le sue ingiustizie, resta sempre interessante. Ma ‘la vita là fuori’, quella stessa vita che fa male lasciare, non è più per me. Alcuni diranno, ‘Laura ha mollato’: nulla di più sbagliato. Finché la malattia me l'ha consentito, pur con un corpo che se ne andava via pezzetto dopo pezzetto, io mi sono aggrappata alla vita coi denti e con le unghie. Ma oggi non ce la faccio più. Oggi sono arrivata a una sofferenza estrema. Una routine faticosa, dolorosa, alienante e vuota, una ripetizione ossessiva 24 ore su 24, su un corpo tetraplegico e pieno di dolori, sempre più spento, con sintomi sempre più crudeli, una mente lucida ma che non riesce più a mantenere le minime relazioni. Non più partecipare, non più interagire, non più esserci. Solo un peggioramento continuo. Non giudicate quindi ma cercate solo di comprendere”.

https://corrieredellumbria.it/news/perugia/344541/fine-vita-la-lettera-di-laura-santi-ho-bisogno-di-morire-presto-l-umbria-rifiuta-di-completare-l-iter-ho-contattato-la-svizzera.html


Non solo. Laura Santi infatti chiede anche a tutti coloro che vorranno, e che ieri e martedì hanno inondato i social con manifestazioni di solidarietà, “di attivarvi perché le istituzioni mi diano una risposta e perché in Italia, si dia una risposta a persone come me”.
Salvo che qualcuno si esprima oggi, dal mondo politico, è arrivata solo la presa di posizione di Avs. L’assessore regionale, Fabio Barcaioli, in un post sul suo profilo personale, ha scritto: “In merito alla vicenda della giornalista Laura Santi, sono da tempo in contatto con il neo direttore generale dell’azienda USL Umbria 1, sollecitando l’adozione di un protocollo operativo che consenta di applicare in tempi congrui le disposizioni vigenti, come stabilito dalla sentenza della Corte Costituzionale. In attuazione dell’ordinanza del 7 luglio 2023, l’USL ha già avviato il percorso di valutazione del protocollo presentato da Laura, ora all’esame del gruppo tecnico. Mi auguro che la prossima riunione del gruppo multidisciplinare, fissata per il 15 maggio, sia per lei l’occasione di vedere finalmente attuate le decisioni già espresse dai tribunali. Ribadisco il massimo impegno nel garantire il coordinamento tra tutti i soggetti coinvolti, affinché ogni passaggio sia chiaro, rispettoso della legalità, della sensibilità individuale e del principio di autodeterminazione”. Anche il consigliere regionale di Avs, Fabrizio Ricci, condividendo l’annuncio di Laura Santi, ha scritto: “Questo appello non solo dobbiamo ascoltarlo, ma dobbiamo fare ogni cosa possibile perché non cada nel vuoto. Come gruppo consiliare di AVS presso l'assemblea legislativa dell'Umbria siamo al fianco di Laura Santi, senza se e senza ma, nella sua battaglia, che non è una questione personale, ma è una battaglia di civiltà”.

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