Sabato 25 Ottobre 2025

QUOTIDIANO DI INFORMAZIONE INDIPENDENTE

DIRETTORE
SERGIO CASAGRANDE

×
NEWSLETTER Iscriviti ora

LIVE

logo radio

Il caso

Estradizione in Albania per Pecorelli

L'annuncio in un incontro con la stampa: "E' un'ingiustizia"

Paolo Puletti

28 Marzo 2025, 20:38

Estradizione in Albania per Pecorelli

Pecorelli in conferenza stampa


Alla fine nemmeno il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha “graziato” Davide Pecorelli dall’estradizione in Albania. L’imprenditore ha dato l’annuncio all’Hotel Tiferno di Città di Castello, dove peraltro ha presentato un nuovo capo di abbigliamento strettamente legato alla sua vicenda giudiziaria. Un Pecorelli per nulla avvilito, ma voglioso di reagire e che denuncia una specie di accanimento verso la sua persona visto che che a suo dire i reati non sono gravi da meritare una estradizione visto che proprio in Albania è incardinato anche il processo d’Appello e secondo lui vi è un preciso “disegno persecutorio”. “Questa decisione di consegnarmi allo Stato albanese mi lascia perplesso – ha detto l’ex arbitro –. Non ho mai negato di aver commesso reati in Albania e ho risarcito i danni ben oltre il loro valore, come nel caso dell’auto a cui avevo dato fuoco. Tuttavia, il ministro ha deciso di estradare un cittadino italiano, incensurato fino ai 48 anni, ex ufficiale dell’esercito, arbitro e 4° ufficiale fino alla Serie A e imprenditore che ha dato lavoro a centinaia di persone”. Pecorelli ha poi citato il caso di Gabriele Marchesi, coimputato insieme alla Salis in Ungheria, salvato dalla Corte d’Appello di Milano proprio per le condizioni non idonee delle carceri locali. “Anch’io avrei potuto essere salvato dalla Corte d’Appello di Perugia per le stesse ragioni”. Nonostante la decisione di Nordio, il “naufrago di Montecristo” ha dichiarato di non temere il carcere, ma di essere preoccupato per la sua famiglia: “Ho quattro figli, un padre anziano e un fratello disabile. Accetto la decisione del ministro ma la ritengo un’ingiustizia perché non sono state valutate la gravità del reato e le condizioni personali dell’imputato. Non sono un santo, ho commesso reati anche in Italia e ho pagato. Un curatore fallimentare ha sequestrato tutti i miei beni ma sono stato trattato come un mafioso”. La data della consegna alle autorità albanesi non è ancora stata stabilita, ma dovrebbe avvenire entro un mese dalla firma del decreto del ministro, avvenuta il 12 marzo scorso. Pecorelli verrà prelevato dalla polizia albanese in un aeroporto italiano e condotto in un carcere locale, dove un giudice deciderà se trattenerlo in detenzione preventiva o concedergli gli arresti domiciliari in attesa dell’appello – la sua condanna a 4 anni di carcere non è ancora definitiva – previsto entro il 2025. Nel frattempo, l’ex imprenditore sta avviando le pratiche per ottenere la cittadinanza albanese.

Newsletter Iscriviti ora
Riceverai gratuitamente via email le nostre ultime notizie per rimanere sempre aggiornato

*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy

Aggiorna le preferenze sui cookie