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Perugia

Caso Prospero, lo studente romano ai domiciliari fa scena muta davanti al giudice

Il gip nell'ordinanza: "Senza il suo incoraggiamento Andrea quel giorno non si sarebbe ucciso"

Francesca Marruco

21 Marzo 2025, 13:04

Caso Prospero, lo studente romano ai domiciliari fa scena muta davanti al giudice

Il 18enne e il suo avvocato (foto Belfiore)

E' venuto fino a Perugia per sedersi davanti al giudice e rifiutare di rispondere. E' durato meno di 10 minuti il "passaggio" del 18enne romano ai domiciliari per istigazione e aiuto al suicidio, nell'inchiesta nata dopo il suicidio di Andrea Prospero, nell'aula gip del magistrato Margherita Amodeo. Il giovane, accompagnato dal suo avvocato, Alessandro Ricci, è entrato da un accesso secondario collegato direttamente con un parcheggio interno allo stabile del tribunale. Scortato dalla sicurezza ha raggiunto il piano del gip col volto coperto da una sorta di passamontagna scuro e il cappello del giubbotto alzato. Sneakers bianche ai piedi e jeans neri, all'uscita dal tribunale, si è steso sul sedile posteriore dell'auto a bordo della quale è ripartito per Roma. Non è stata avanzata dal suo avvocato alcuna richiesta di revoca della misura cautelare. E' quindi pacifico che venga confermata. In aula era presente anche il procuratore Aggiunto, Giuseppe Petrazzini, titolare del fascicolo di indagine in cui il giovane è iscritto per istigazione e aiuto al suicidio. Al momento la difesa non ha nemmeno avanzato istanza al Riesame, cosa che prevedibilmente avverrà nei prossimi giorni. 

Senza “l’incoraggiamento” del 18enne di Roma, quel giorno, Andrea Prospero non si sarebbe suicidato. E’ quanto sostiene il giudice per le indagini preliminari, Margherita Amodeo, che stamattina lo interrogherà. “Per quanto emerge dall’esito delle indagini - annota infatti il giudice che ha disposto per lui gli arresti domiciliari con il divieto di comunicare con qualunque strumento informatico - la condotta di istigazione è stata decisiva in relazione alla inevitabilità dell’evento”. Il giudice, che ha evidenziato “l’assenza di remore nell’agevolare e rafforzare il proposito di suicidio di Andrea”, spiega infatti che la sua conclusione è “provata proprio dalla richiesta di Prospero rivolta al 18enne, che già lo incitava a ingerire le pasticche, segno evidente che Andrea aveva bisogno di essere incoraggiato a compiere il gesto e che, in assenza di ciò non vi sarebbe riuscito, almeno non quel giorno”.

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