Perugia
La conferenza stampa della polizia e Andrea Prospero
“Come sai che non trolla?” chiede l’ultimo entrato nella chat dell’orrore al 18enne romano arrestato per istigazione e aiuto al suicidio, riferendosi ad Andrea. E lui, che in quella chat è registrato col nickname Valemno risponde: “Ha mandato il video”. Glielo chiede addirittura, “manda” scrive. Ma Valemno - che venerdì mattina verrà interrogato dal gip di Perugia - evidenziando la pericolosità dell’azione ribatte: “Fra sei ritardato”. Nel cellulare di Andrea Prospero, lo stesso da cui gli agenti della mobile e della polizia postale, hanno estrapolato la chat del suo suicidio, che li ha portati a identificare il liceale di Roma, non hanno trovato alcun video, ma è possibile che si sia cancellato. Nella chat della morte poi c’è anche un altro messaggio, scritto da Andrea stesso, che fa pensare all’esistenza di un video. Valemno gli chiede “hai preso Oxy?” e lui, che forse poteva essere messo in salvo se solo il coetaneo di Roma lo avesse consigliato diversamente, risponde: “Sì, non lo vedi”, lasciando intendere che, oltre a quello verbale, c’era anche un altro canale di comunicazione.
E’ facile immaginare che di questo video non ci sarà traccia nemmeno nel telefono cellulare del ragazzo di Roma finito ai domiciliari. Secondo quanto è emerso inoltre, sembra che quel canale fosse impostato per la cancellazione dei messaggi dopo un certo periodo di tempo. A parlare dell’esistenza di un video che ritraeva i momenti precedenti il suicidio però è stato anche l’altro 18enne coinvolto nella drammatica vicenda, il ragazzo di Afragola, indagato per spaccio, che, secondo la ricostruzione della procura di Perugia avrebbe venduto ossicodone e Xanax ad Andrea. Ha raccontato che ad averglielo detto è stato lo stesso coetaneo di Roma. L’esistenza o meno del video di quei drammatici attimi potrebbe non cambiare molto dal punto di vista probatorio. Che Velimno, abbia incoraggiato, incitato, anche brutalmente, il povero Andrea ad andare fino in fondo ingoiando tutte le pasticche di Oxycontin e di Xanax emerge dalla drammatica chat in cui, tra le altre cose, gli scrive: “Mangia tutte e 7 le pasticche e basta, ce la puoi fare, ammazzati senza fa scene”. Un crescendo sconvolgente di disumanità che si fa fatica a leggere. Nei contenuti e nella forma, che a tratti, sembra uno scambio tra due ragazzi mentre giocano una partita online di un videogioco qualsiasi. “Se vuoi ammazzarti, ammazzati e zitto” scrive Velimno, seguito da un “lol”. E ancora: “Prendi lo Xanax come dessert, bevici sopra una bottiglia di vino così muori”. Il 18enne romano poi è rimasto nella chat Telegram condivisa con Andrea e altri utenti - verosimilmente utilizzata anche per effettuare qualche truffa e reperire ricette mediche per farmaci illegali e droga - fin quando il giovane Prospero aveva smesso di scrivere e, parlando con un terzo utente - che la polizia sta cercando di rintracciare e che rischia l’accusa di omissione di soccorso - non ha deciso di non chiamare ambulanze, condannando Andrea a morte certa. “Parla con un morto”, ha scritto all’ultimo utente che entra in chat.
Del resto, non sembrano essere emerse indicazioni diverse rispetto al comportamento di Valemno, che sin dall’agosto del 2024 parlava con Andrea del modo in cui il 19enne di Lanciano avrebbe potuto uccidersi. Mai un invito a non fare sciocchezze. Mai un aiuto per risolvere quelli che per Andrea erano problemi gravissimi, di cui gli aveva parlato in diversi momenti: l’università che non gli piaceva, come non gli piaceva la sistemazione nello studentato. Problemi che il giovane Andrea, anima fragile ed evidentemente incapace di affrontare i cambiamenti della crescita, arriva a scrivere, in un angosciante monologo, in chat Gpt, in cui sembra consegnare all’intelligenza artificiale un male di vivere che avrebbe dovuto trovare orecchie accoglienti di qualcuno in grado di aiutarlo. L’8 gennaio digitava nell’app: “Soffro di ansia sociale, evito di uscire dalla mia comfort zone, non riesco ad andare nemmeno a mensa”. Uno straziante grido di dolore e di aiuto caduto ovviamente nel vuoto. Il 14 gennaio, in un’altra sessione, scrive “lo Xanax può aiutare in situazioni come discussioni, tipo devo dire ai miei che rinuncio agli studi, ma sono molto ansioso”. Andrea, figlio di cuore di ogni mamma che possa dirsi tale, continuava a cercare conforto dove purtroppo non avrebbe trovato nulla.
E’ sempre in chatGpt, che Prospero cerca gli effetti clinici delle varie possibilità per morire. Il 10 gennaio digita e legge gli effetti del suicidio con “corda e sgabello” (nel monolocale è stata rinvenuta anche una corda) e poi, dieci giorni dopo, e quattro prima della morte, cerca “overdose da Oxycontin” e chiede espressamente all’intelligenza artificiale le modalità della morte ingerendo l’ossicodone. Erano le 19.32 e meno di sei ore prima aveva comprato le pasticche da un tale “Marco”, nickname di un altro partecipante della chat Telegram. Quest’ultimo ad ogni modo gli avrebbe riferito che lui conservava e basta le pasticche, perché in realtà erano di proprietà di Valemno. Per il 18 romano quindi nell’inchiesta coordinata dal procuratore di Perugia, Raffaele Cantone (foto in alto) e dall’aggiunto, Giuseppe Petrazzini, potrebbe profilarsi anche una seconda accusa di spaccio. Gli agenti della mobile alla guida di Maria Assunta Ghizzoni (foto in basso), assieme ai colleghi della postale, diretti da Michela Sambuchi continuano a indagare senza sosta. Ad ogni modo quel giorno, con 170 euro Andrea ha acquistato 7 pasticche di ossicodone e le ha ritirate in un locker la mattina stessa della sua morte.
Dopo essere uscito dallo studentato, ripreso dalle telecamere di sorveglianza dello studentato di via Bontempi, va a prendere il pacco con l’Oxycontin. Valemno gli ha detto che per morire servono 160 mg. Lui ne ha comprati 170. Anche la strada dell’uso delle droghe per andare in overdose e morire era stata indicata dal 18enne romano. In un’altra drammatica chat, di fine settembre, quando Prospero evidentemente aveva già espresso le sue intenzioni, i due passano in rassegna i possibili metodi. Andrea, che ripete di “non voler soffrire”, parla di una “glock”, ma il 18enne, che in questa chat usa il nickname Subito lo blocca: “Dove la compri” gli scrive. Analizzano poi la possibilità di buttarsi dall’alto, “metti che non muori è un fail” scrive Andrea, e lui risponde “Fra sì che muori lol”. E’ sempre lui che poco dopo indica quella che sarà la strada del non ritorno: “Se no vai in overdose, due pasticche di oxy e stai a posto. Prima di morire stai in paradiso”. Andrea non è convinto: “Ma se puoi non muori ti ritrovi in ospedale”. A quel punto Subito gli dà le quantità precise: “160 mg di oxy è certo che muori, così almeno ti diverti tantissimo”. Pochi minuti prima di perdere i sensi Andrea poteva essere salvato e l’unica persona che avrebbe potuto farlo era il suo coetaneo di Roma. Che ha scelto di non farlo.
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