Spoleto
Disperata corsa in ospedale a Spoleto
“È fondamentale accedere ai servizi di allergologia, seguire i percorsi previsti, compresi quelli di educazioni all’uso della ‘penna’ di adrenalina termostabile, che è l’unico farmaco efficace in caso di shock anafilattico, ed è altrettanto fondamentale fare sempre di tutto per averlo sempre con sé”. Questo il messaggio del primario del Pronto soccorso di Spoleto, Chiara Busti, dopo la tragedia costata la vita a Luca Federici, lo spoletino di 47 anni titolare di un’azienda agricola morto nel primo pomeriggio di venerdì al San Matteo degli Infermi dopo essere stato punto da una delle sue api che gli si è infilata tra il casco e la tuta da apicoltore, mentre eseguiva un intervento alle proprie arnie. I funerali di Federici sono stati fissati per lunedì alle 14 nella chiesa nuova del quartiere San Nicolò, dove saranno in molti a dargli l’ultimo saluto. La morte del 47enne, molto conosciuto nel territorio anche per la vendita dei tartufi, ha sconvolto l’intera comunità, oltre naturalmente ai familiari e gli amici più stretti sprofondati nel dolore, non soltanto perché prematura, ma anche per le circostanze che l’hanno determinata.
Il 47enne, come è stato ricostruito, dopo la puntura dell’insetto ha subito assunto cortisone e antistaminici, che però non sono efficaci in caso di shock anafilattico, mentre non aveva con sé la cosiddetta penna di adrenalina termostabile. Una mancanza, questa, che chi lo conosceva bene considera inspiegabile, perché Federici aveva sempre con sé quel farmaco salvavita e non soltanto quando lavorava alle arnie, ma anche durante la stagione estiva, quando api e vespe possono trovarsi anche nei centri urbani.
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