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L'indagine

In Umbria aumentano le aggressioni contro i sanitari, la presidente Proietti: "Lavorare insieme contro le violenze"

Catia Turrioni

13 Marzo 2025, 08:01

pronto soccorso

In aumento i casi di violenza contro i sanitari

Nel 2024 sono stati 207 gli episodi di violenza registrati (più di 17 al mese) che hanno coinvolto 262 operatori sanitari. I dati raccolti dal Centro regionale per la gestione del rischio sanitario mostrano un incremento rispetto all’anno precedente sia di casi (+37%, erano stati 151 nel 2023) che di soggetti coinvolti (+46%, nel 2023 erano stati 179). Nella sala Peccati-Crispolti si è svolto ieri, mercoledì 12 marzo, un confronto tra Regione, aziende sanitarie e ospedaliere e rappresentanti della Consulta delle professioni sanitarie che ha visto presenti 130 partecipanti. “Dobbiamo lavorare insieme – ha detto in un videomessaggio la presidente della Regione, Stefania Proietti – per contrastare il fenomeno delle aggressioni agli operatori sanitari e sociosanitari, i professionisti che dedicano la loro vita alla cura e all’assistenza delle persone meritano di lavorare in un ambiente sicuro e rispettoso. La crescita delle segnalazioni di episodi di violenza - ha continuato Proietti - ci impone un’azione concreta e continuativa tra istituzioni, professionisti e cittadini. Faremo in modo che le proposte della consulta delle professioni sanitarie e del risk management siano integrate nel nuovo piano sociosanitario regionale per garantire un comportamento uniforme su tutto il territorio”.
L’analisi dei dati sulle aggressioni ai sanitari mostra che il 69% delle vittime sono donne, il 31% uomini e che la fascia di età più colpita è quella tra i 30 e i 39 anni (86 casi). Le categorie professionali più esposte sono gli infermieri (58%), seguiti dai medici (25%) e dagli operatori sociosanitari (9%). Gli episodi avvengono prevalentemente al mattino (52%) e in giorni feriali (88%). La tipologia di aggressione più diffusa è quella verbale (76%), seguita da quella fisica (18%), con autori principalmente identificati tra gli utenti (64%) e i caregiver (33%). Gli atti di violenza si verificano sia in ambito ospedaliero (60%) che territoriale (40%). Nei contesti ospedalieri, i reparti di degenza (42%) e i pronto soccorso (31%) risultano i più colpiti, mentre in ambito territoriale le aggressioni si concentrano negli istituti penitenziari (41%) e negli ambulatori (28%).


“Come ordine professionale ci impegniamo a sostenere ogni azione che favorisca il rispetto e la tutela della nostra professione - ha detto Nicola Volpi, presidente Opi Perugia - E’ fondamentale che la società riconosca il valore del lavoro degli infermieri e degli altri professionisti sanitari, e che vengano messe in atto politiche di prevenzione e intervento per evitare aggressioni, con misure concrete che garantiscano la sicurezza nelle strutture sanitarie e nei luoghi di lavoro. Chiediamo con forza - ha continuato - che vengano adottate misure per tutelare gli operatori sanitari, attraverso l’implementazione di protocolli di sicurezza, la formazione specifica per prevenire comportamenti violenti, e il rafforzamento della legislazione contro le aggressioni a pubblico ufficiale. Inoltre, è necessario continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di un clima di rispetto e collaborazione tra operatori e cittadini, affinché la violenza non abbia mai più spazio nel nostro sistema sanitario”. Il vicepresidente della Regione, Tommaso Bori, ha ribadito l’importanza del lavoro congiunto tra tutti gli attori del sistema per un reale approccio al fenomeno e al suo costante monitoraggio in tutti i contesti lavorativi.

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