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Il caso

Foligno, coniugi costretti a lasciare la casa popolare. Il Sunia. "Sono entrambi invalidi, finiranno in mezzo a una strada"

Catia Turrioni

24 Gennaio 2025, 13:02

Cristina Piastrelli

Cristina Piastrelli del Sunia sta seguendo il caso

Moglie e marito, entrambi invalidi civili di Foligno, vivono in una casa popolare che dovranno lasciare nel giro di 30 giorni per decadenza immediata del diritto all’alloggio con sgombero coatto. Il motivo del provvedimento è semplice: fa parte del nucleo familiare anche la figlia maggiorenne (e il suo bimbo) della coppia che tempo fa ha occupato abusivamente un alloggio Ater. La fedina penale della ragazza risulta quindi compromessa e la legge regionale approvata dalla passata giunta prevede che qualsiasi reato, sia esso commesso dall’assegnatario che da qualsiasi altro componente del nucleo familiare, comporta la decadenza immediata del diritto all’alloggio.

Così i due coniugi di Foligno, soli e disperati, rischiano di ritrovarsi presto in mezzo a una strada. A raccontare la storia in questi termini è Cristina Piastrelli - segretaria per Perugia del Sunia, l’organizzazione degli inquilini privati e degli assegnatari di edilizia pubblica - che si dice pronta a fare le barricate insieme al segretario generale della Cgil Simone Pampanelli, per proteggere due soggetti fragili. “E’ impensabile - dice Piastrelli, che è anche nella segreteria nazionale del Sunia - che le colpe dei figli maggiorenni ricadano sui genitori. Nessuna legge costituzionale può permettere questo. Se si ritiene che la ragazza abbia sbagliato, si colpisca lei. Qui nessuno vuole stare dalla parte di chi occupa abusivamente un alloggio, ma il fatto che il provvedimento vada a colpire l’assegnatario che paga regolarmente l’affitto e che non ha alcuna altra possibilità. Queste persone hanno già perso il reddito di inclusione, mandarle fuori casa significa buttarle in mezzo a una strada. L’unica possibilità, per loro, sarebbe quella di un ricorso al Tar, il Tribunale amministrativo regionale, ma si tratta di un iter costosissimo che di certo non possono permettersi”.

Al momento per la coppia di coniugi il futuro è nero. Loro vedono solo disperazione. Ma il Sunia non molla. “Con la Cgil siamo pronti alla mobilitazione - dice Cristina Piastrelli - pronti a fare qualsiasi cosa pur di difendere i diritti di due persone perbene che non possono pagare le conseguenze di una legge ingiusta. Chiediamo subito un incontro alla presidente della Regione Stefania Proietti affinché ci aiuti a trovare una soluzione considerando anche che i due sono soggetti fragili, lui ha un’invalidità del 67%, lei del 75%. Non possiamo abbandonarli, sarebbe immorale. Non è giusto che siano loro a pagare per l’eventuale errore commesso dalla figlia, peraltro maggiorenne”.

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