Dibattito
L'assessore Fabio Barcaioli
L’Umbria contro il ministro Valditara sul dimensionamento scolastico, cioè il taglio di presidi e capi segreteria con conseguente accorpamento presso un altro istituto. La questione è semplice e rischia di avere un peso alla vigilia delle iscrizioni online che si apriranno martedì 21 gennaio. Di fatto l’Umbria - insieme ad altre regioni come Sardegna, Toscana, Emilia Romagna e Campania - non ha attuato le soppressioni (due nel nostro caso) e gli accorpamenti che erano richiesti entro il 31 dicembre 2024. Il ministero ha concesso ulteriori dieci giorni per l’adeguamento, promettendo premi alle Regioni che si conformeranno.
Una proposta che l’assessore regionale all’Istruzione, Fabio Barcaioli, definisce “inaccettabile” e “sintomatica di un approccio arrogante e privo di visione”. “Questo ricatto - dice - mascherato da incentivo, non è altro che l’ennesima dimostrazione di un atteggiamento autoritario e privo di strategia. Piuttosto che investire in risorse per migliorare le attività educative, ridurre il numero di alunni per classe e alzare gli stipendi degli insegnanti, il ministro propone tagli indiscriminati accompagnati da premi per pochi eletti. E’ l’ennesima linea di governo che calpesta i diritti di studenti e lavoratori, svendendo la scuola pubblica”. Per Barcaioli la richiesta di tagliare due autonomie scolastiche a ridosso dell’inizio delle iscrizioni per l’anno scolastico 2025/26 è un atto inaccettabile. “Una simile decisione, imposta con tempi così irragionevoli - spiega - non tiene conto delle esigenze concrete delle comunità scolastiche e dimostra un totale disinteresse per chi opera ogni giorno per garantire un diritto fondamentale come l’istruzione. Agire in questo modo, alla vigilia dall’apertura delle iscrizioni, non è solo insensato, ma mina profondamente la fiducia nei confronti delle istituzioni”.
L’Umbria ha formalmente richiesto al ministero dell’Istruzione il riconteggio delle autonomie scolastiche totali basandosi sui dati reali degli iscritti, che sono quasi duemila in più rispetto alle stime attuali. “Su questa richiesta - dice l’assessore - aspettiamo con attenzione la sentenza del Tar, chiamato in causa dalla Campania, per ristabilire criteri più equi e rispettosi delle esigenze territoriali”. Sulla stessa lunghezza d’onda la Sardegna: l’assessora Ilaria Portas ha definito la richiesta ministeriale di ulteriori tagli come un “ennesimo schiaffo alle Regioni” e si è detta “pronta a impugnare” il decreto, sottolineando l’importanza di una maggiore autonomia regionale nella gestione del sistema scolastico.
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