L'analisi
Il presidente dell'Aci Perugia Ruggero Campi
“Mi domando come l’inasprimento delle sanzioni amministrative possa risolvere il problema della sicurezza sulle strade”. Ruggero Campi, presidente dell’Aci di Perugia, non nasconde il suo scetticismo verso il nuovo Codice della strada. “E’ puro populismo”, evidenzia.
- Presidente Campi, cos’è che non la convince del nuovo Codice?
Il pacchetto di modifiche è stato annunciato dopo un gravissimo incidente stradale che si verificò, più o meno un anno e mezzo fa, a Roma. E qui apro la prima riflessione: se non ci fosse stato quel sinistro? Aggiungo che le normative esistenti contenevano già strumenti adeguati per intervenire. Quando le cinture di sicurezza sono diventate un obbligo di legge si è fatta una campagna di sensibilizzazione che ha dato risultati eccezionali ma che non è stata ripetuta, ad esempio, per scoraggiare l’utilizzo del telefonino quando si è alla guida o per impedire che si viaggiasse di notte in monopattino senza fanalino. Le sanzioni non bastano. Se davvero si volesse risolvere il problema della guida con il telefonino, ad esempio, basterebbe fare ricorso alla tecnologia: disabilitarne il funzionamento ogni qual volta la macchina si muove dovrebbe essere cosa semplicissima.
- L’Umbria dall’inizio dell’anno conta 56 morti sulle strade. Come fermare la strage?
Credo che la soluzione - in Umbria come nel resto d’Italia - sia quella indicata qualche anno fa dal prefetto di Perugia, Armando Gradone: intervenire subito. E’ necessaria una mappatura dei punti più pericolosi della regione, studiare una statistica dei singoli casi e adoperarsi dove il rischio è più alto installando semafori intelligenti, posizionando autovelox e potenziando i controlli. La sicurezza stradale è come una malattia. Quando ci si rende conto che qualcosa non va, immediatamente si fa un check up e in base al risultato si assume la terapia necessaria. La stessa cosa vale per la sicurezza stradale: agire con prontezza diventa fondamentale.
- Secondo lei la sicurezza stradale è anche un fattore culturale?
Soprattutto un fattore culturale. In alcuni Paesi come la Norvegia e la Svezia, il rispetto delle regole si impara a scuola e in famiglia. Assumere un comportamento corretto al volante è anche una questione di formazione e di coscienza degli automobilisti. La guida distratta, la velocità troppo elevata e il mancato rispetto dei segnali sono tra le principali cause di incidenti stradali. Telefonare, mandare mail o messaggi whatsapp mentre si guida è un comportamento scorretto, assolutamente da evitare. Guidare è un atto di responsabilità e di rispetto delle regole.
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