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LA SCOPERTA

Recuperati capolavori etruschi da uno scavo clandestino a Città della Pieve: le foto dei sarcofagi e delle urne

Luca Bernardini

19 Novembre 2024, 13:24

Recuperati capolavori etruschi da uno scavo clandestino a Città della Pieve: le foto dei sarcofagi e delle urne

Recuperati dei capolavori etruschi da uno scavo abusivo fra Chiusi e Città della Pieve. Le indagini, svolte dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale - sezione archeologia, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia, sono state avviate ad aprile 2024, quando i militari hanno segnalato la possibile presenza di uno scavo abusivo in Umbria. Successivamente, sono iniziate a circolare delle foto di urne cinerarie etrusche sul mercato nero.

Collaborando con il professor Fabio Bianchi dell'Università di Roma Tor Vergata, i reperti sono stati attribuiti a una necropoli etrusca molto probabilmente situata nel territorio di Chiusi. Le urne ritrovate raffigurano scene di battaglie, caccia e miti, con dettagli che offrono nuove e preziose informazioni sulla cultura e le credenze dell'antica Etruria.

L'ipogeo Pulfna e il rinvenimento fortuito

Un elemento cruciale nell'indagine è stato il rinvenimento, nel 2015, di un ipogeo etrusco nel territorio di Città della Pieve, dove un agricoltore aveva scoperto urne funerarie e sarcofagi durante i lavori nei suoi terreni. L'ipogeo apparteneva alla gens Pulfna, una famiglia etrusca documentata in diverse iscrizioni. Tuttavia, le urne ritratte nelle fotografie recuperate dai carabinieri rappresentavano figure femminili, diverse dalle sepolture maschili dell'ipogeo già conosciuto.

Le indagini si sono quindi concentrate sui terreni adiacenti a quelli dell'ipogeo. Grazie alle intercettazioni telefoniche e al supporto dei droni i militare hanno localizzato il sito di scavo, potendo così rinvenire i reperti.

L'operazione di recupero

Nel corso di un'operazione congiunta che ha visto coinvolti i carabinieri e la Soprintendenza archeologica dell'Umbria, sono state sequestrate otto urne litiche etrusche, due sarcofagi e numerosi altri reperti di grande valore, tra cui un balsamario contenente tracce di profumo e oggetti di uso quotidiano che permettono di ricostruire le abitudini funerarie etrusche.

Le urne, tutte in perfetto stato di conservazione, sono scolpite in travertino bianco e decorato con scene raffiguranti battaglie, miti e divinità. Alcune urne presentano anche pigmenti policromi e foglia d'oro, a testimonianza della raffinatezza artistica degli Etruschi.

I due sarcofagi recuperati contengono anche uno scheletro umano, e il corredo funerario include oggetti in bronzo e altri metalli, specchi, situle e oinochoe che venivano utilizzati durante i simposi e le cerimonie funebri. Il materiale rinvenuto conferma che si tratta di una tomba appartenente a una famiglia aristocratica, i "Pulfna", che aveva un ruolo di rilievo nel contesto socio-politico dell'epoca.

Un recupero di straordinario valore

L'operazione, che ha visto il coinvolgimento di numerosi esperti e una forte collaborazione tra le forze dell'ordine e le istituzioni culturali, è stata definita dagli esperti come uno dei più importanti recuperi di reperti etruschi mai realizzati. Non solo per il valore dei beni recuperati, ma anche per il fatto che tutti i reperti sembrano appartenere a un unico contesto funerario, un aspetto che accresce notevolmente il valore storico, archeologico e artistico dell'intera scoperta.

Il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha sottolineato che questa operazione dimostra l'efficacia delle azioni di tutela del patrimonio culturale italiano e il costante impegno per combattere il traffico illecito di beni archeologici, un fenomeno che ha un impatto devastante sul nostro patrimonio e sulla nostra identità culturale. Il generale Gargaro ha aggiunto che il successo dell'indagine è frutto di un'intensa cooperazione tra istituzioni, forze dell'ordine e università, e ha ringraziato tutti coloro che hanno contribuito al recupero di questi straordinari reperti.

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