CRONACA
Spacciavano cocaina nei bivacchi installati nei boschi del territorio di Umbertide. Scatta l'arresto per tre uomini e due obblighi di dimora per altri due soggetti ritenuti responsabili di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso. Tre degli indagati hanno età compresa tra i 43 e i 49 anni - di origini marocchine e albanesi - mentre altri due, sempre di origine marocchina, hanno 23 e 24 anni. Le indagini sono state avviate dai carabinieri di Città di Castello a inizio anno.
Servizi di osservazione e pedinamento hanno permesso di far emergere il traffico di quantitativi di droga significativi, in particolare cocaina. I militari si sono recati nei bivacchi - dove sono stati individuati arnesi e materiale per la suddivisione ed il confezionamento della droga - in tutti gli orari del giorno e della notte.
Agli acquirenti sottoposti a controllo, circa 20 persone, venivano di volte in volta sequestrate le dosi appena acquistate, permettendo di accertare "una perdurante e rilevante frequentazione di quella che era divenuta una vera a propria piazza di spaccio" scrive in una nota la procura di Perugia. Fino ad arrivare al mese di aprile, dove è stato arrestato un uomo di origine marocchina, trovato in possesso di 20 grammi di cocaina pronta per essere spacciata. "Identificati ulteriori soggetti coinvolti nell'illecita attività, di origine marocchina, albanese e italiana, la cui posizione è tutt'ora al vaglio di questo ufficio".
Nel corso delle operazioni sono stati sequestrati 50 grammi di cocaina che, venduti al dettaglio avrebbero fruttato circa 3.500 euro. Nell'eseguire il provvedimento i militari hanno svolto una rapida ricognizione del sottobosco in cui avveniva lo spaccio, dove è stato rinvenuto un piccolo accampamento - tenda da campeggio, fornelli da campo e cibo - in cui gli indagati dimoravano in attesa di spacciare la sostanza stupefacente agli acquirenti che solitamente preannunciavano il loro arrivo via cellulare.
E' il primo caso di spaccio, nelle zone dell'Alto Tevere, all'interno delle zone boschive. Un traffico impossibile da rilevare se non attraverso intercettazioni e l'utilizzo di droni messi in campo dall'Arma. Il Gip del tribunale di Perugia ha emesso, su richiesta della procura di Perugia, l'ordinanza cautelare nei confronti di cinque indagati. Per tre di loro è stata eseguita l'ordinanza di carcerazione, mentre per gli altri due l'obbligo di dimora e di presentazione quotidiana alla procura generale territorialmente competente. Infine, per tre indagati - privi di permesso di soggiorno - sono state avviate le procedure in materia di immigrazione clandestina.
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