Il caso
La polizia postale si occupa del caso
Coinvolge anche l’Umbria la maxi inchiesta sul superhacker che ha violato le mail di magistrati e forze dell’ordine gestendo anche un traffico illecito di criptovalute da capogiro nella parte più oscura del web. Secondo la Procura della Repubblica di Napoli che ha disposto il fermo di Carmelo Miano, quest’ultimo, grazie alla complicità di un poliziotto infedele, I.I. le sue iniziali, era riuscito a scoprire in anticipo le mosse degli inquirenti che stavano per arrestarlo. Ma la rete era molto più ampia e, sempre secondo l’accusa, ne facevano parte un hacker romano di 23 anni, L.B., ed anche il 26enne orvietano L.A. che da qualche tempo ha lasciato l’Umbria per trasferirsi in Olanda.
Carmelo Miano, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, ha ammesso gli addebiti contestati e si è reso disponibile a fornire ai pm ulteriori elementi sulle incursioni informatiche ai sistemi del ministero della Giustizia, del ministero dell’Interno, della Guardia di Finanza e della Tim, commessi dal 2021 alla data dell’arresto, già qualche mese dopo la prima perquisizione della Procura di Brescia. Il giovane ha però categoricamente escluso di avere arrecato qualsiasi tipo di danneggiamento dei sistemi informativi istituzionali violati.
L’avvocato Gioacchino Genchi, che difende il 24enne, ha chiesto la dichiarazione di incompetenza dell’autorità giudiziaria di Napoli e la trasmissione degli atti alla Procura di Perugia in quanto l’indagato ha ammesso di essere anche entrato nella corrispondenza elettronica delle mail istituzionali di pubblici ministeri di Brescia, Gela, Roma ed anche Napoli.
*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy