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Turismo

Umbria, affitti brevi: rilasciati 1.766 Cin

Redazione Web

14 Settembre 2024, 18:52

perugia

Lotta all'abusivismo nel turismo

E’ di 1.766 il numero di Codici identificativi nazionali (Cin) che il ministero del Turismo ha rilasciato in Umbria dall’entrata in esercizio della Banca dati strutture ricettive. In pratica, si sono messe in regola - alla data di giovedì 12 settembre - il 24,89% delle 7.095 strutture ricettive, dato di poco inferiore alla media nazionale (25,64%) dove dal 3 settembre i Cin rilasciati sono 123.484. Una stretta necessaria, quella sugli affitti brevi, per combattere il “sommerso” nelle locazioni turistiche, e regolare un fenomeno in continua espansione in Umbria che ha contribuito, tra l’altro, soprattutto nei centri storici, all’impennata dei canoni per studenti e famiglie.
Ma la burocrazia rischia di frenare la corsa a mettersi in regola che, dopo la fase sperimentale di agosto, in molti avevano auspicato. Dante Taborchi, responsabile regionale dell’associazione Property manager Italia, è un super esperto in materia. E spiega: “Anzitutto va precisato che le disposizioni legate al codice identificativo sono applicabili dal sessantesimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Avviso attestante l’entrata in funzione, sull’intero territorio nazionale, della piattaforma. Quindi, dal 2 novembre. In Umbria, inoltre, ad avanzare la richiesta per il Cin può essere soltanto il proprietario della struttura, le disposizioni regionali non permettono deleghe. Questo, evidentemente, è causa di rallentamenti. Altro aspetto da tenere in considerazione sono le indicazioni in materia di sicurezza e in particolare l’autocertificazione relativa alla presenza di estintori e rilevatori Co2. Il codice identificativo, inoltre - una volta assegnato - dovrà essere obbligatoriamente esposto all’esterno delle strutture ricettive e degli immobili in locazione breve o turistica. Quando si tratta di palazzi storici, e in Umbria ce ne sono molti, servono le indicazioni della Soprintendenza”. Si allungano i tempi per le sanzioni: soltanto dal primo gennaio 2025 chi affitterà la sua struttura senza avere il codice rischierà una multa fino a ottomila euro, e ne pagherà cinquemila se tenterà di pubblicizzarla online, ammesso che riesca a farlo visto che i colossi del web, nel settore, si sono già impegnati a non accettare in futuro annunci per case-vacanza sprovviste del cosiddetto Cin.

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