Attualità
Una storia che sfida le regole di economia e finanza, immaginando un mondo migliore e un’economia inclusiva e alla portata di tutti. E’ questo il senso de Il Sogno, lo spettacolo teatrale portato in scena domenica 15 settembre sera dai ragazzi con disabilità dell’Istituto Serafico di Assisi al Cortile di Francesco, sul sagrato della chiesa superiore della Basilica. Il lavoro teatrale ha raccontato la storia di Libero, un esperto di finanza intento a lavorare su un grande progetto per un suo superiore. Le sue certezze e la sua visione del mondo sono state messe in discussione quando il Capo ha inviato due misteriosi dipendenti per dargli supporto: confrontandosi con loro, Libero ha iniziato un viaggio onirico tra la sua realtà quotidiana e i temi globali legati alla natura, alla guerra, all’equilibrio indispensabile del Creato, diventando consapevole del peso di ogni singolo gesto, anche il più apparentemente insignificante, finché la risposta al più classico degli interrogativi - “e io cosa ci guadagno?” - apparirà sempre meno scontata.
Lo spettacolo dei ragazzi del Serafico che ha l’obiettivo di parlare ai grandi dell’economia dando loro alcuni spunti per risanare le nostre comunità, non è stato solo un atto di creatività artistica, ma anche un potente strumento di sensibilizzazione sui temi che saranno al centro del G7 su Inclusione e Disabilità in programma tra Assisi e Perugia dal 14 al 16 ottobre.
Il G7, infatti, rappresenterà un’importante occasione per ribadire l’urgenza di costruire una società più equa in cui ogni individuo, indipendentemente dalle proprie condizioni di disabilità, abbia il diritto di partecipare pienamente alla vita civile, sociale e politica.
La pièce – che nasce dal laboratorio di teatro e musica del Serafico, coordinato dagli educatori Stefano Tufo e Fabrizio Benincampi e rappresenta uno spazio che, attraverso l’incontro tra la dinamica formativa e l’aspetto ludico, permette ai ragazzi con disabilità di svolgere l’attività riabilitativa valorizzando competenze e abilità - è diventata un richiamo diretto alle istituzioni affinché si impegnino nella costruzione di un’economia che non lasci indietro nessuno, rispecchiando in pieno l’obiettivo del G7 di garantire l’accesso equo alle cure e alla partecipazione sociale per tutti; i ministri dei Paesi partecipanti, infatti, si impegneranno a definire strategie concrete per combattere le discriminazioni e promuovere la piena inclusione delle persone con disabilità. “Questo spettacolo incarna il messaggio che vogliamo trasmettere e cioè quello di dare voce ai più fragili, una voce che parla non solo a noi, ma anche di noi, ricordandoci che la fragilità è una condizione comune, condivisa da ogni essere umano e dalla nostra stessa società” ha spiegato Francesca Di Maolo.
“Prendersi cura dei più fragili, infatti, non significa solo rispondere ai loro bisogni, ma vuol dire soprattutto saper ascoltare, dare spazio alla loro voce e riflettere su come questa voce ci parli del futuro comune; lo stesso futuro che è il guadagno di Libero il protagonista del nostro spettacolo, e che è preziosissimo” ha aggiunto, ricordando l’importanza dell’impegno “per garantire ai ragazzi una vita piena” e per farlo al Serafico si cerca “la collaborazione di tutti al fine di costruire un’economia che sia davvero inclusiva e capace di valorizzare ogni persona indipendentemente dalle proprie fragilità. Crediamo fermamente che un’economia inclusiva sia la chiave per uno sviluppo equo che non lasci nessuno indietro. Come ci ha ricordato Papa Francesco: l’economia può essere buona o cattiva e il nostro compito è quello di costruire un’economia che non crei disuguaglianze, ma che si prenda cura di ogni persona e del pianeta che ci ospita”.
“Lavorare dalla parte dei fragili – ha concluso Di Maolo - significa maturare nuove visioni che possano dare slancio a un rinnovamento reale della società: la salute delle persone, infatti, non dipende solo dall’efficienza del sistema sanitario, ma è strettamente connessa a fattori come la povertà, il lavoro, l’istruzione, l’ambiente e la giustizia sociale”.
All’evento ha partecipato anche il ministro per le Disabilità, Alessandra Locatelli, che nel pomeriggio era intervenuta al panel Diversità: dallo stigma alla cura - moderato dal direttore del Corriere dell’Umbria e dei quotidiani del Gruppo Corriere, Sergio Casagrande - con l’influencer Benedetta De Luca, il portavoce nazionale Piam - Anffas Enrico Delle Serre, la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei e la stessa Di Maolo, che ha poi consegnato al ministro Locatelli una pianta di ulivo donata dai ragazzi del Serafico, visto che è il loro simbolo di ricerca della rinascita e della vita. Casualità: l’ulivo è anche il simbolo del G7 su Inclusione e Disabilità. Storie di speranza che si intrecciano.
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