L'intervista
Gli Eugenio In Via Di Gioia
In occasione di un ritardo ferroviario, hanno improvvisato uno spettacolo a bordo. Di chi sto parlando? Ovviamente degli Eugenio In Via Di Gioia, la band formata nel 2012 a Torino, dall'incontro di quattro giovani amici, con la passione per il nu-folk e il cantautorato. Il nome del gruppo deriva dall'unione dei tre membri fondatori: Eugenio Cesaro, Emanuele Via e Paolo Di Gioia; Lorenzo Federici, entrato nella band poco dopo, ha dato invece il nome al loro primo album.
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La band si esibirà venerdì 4 aprile all'Afterlife di Perugia, dando il via a L'amore è tutto Club Tour 2025, che vedrà poi altri sette appuntamenti, dopo la prima data in Umbria. Eugenio Cesaro, la voce del gruppo, si è raccontato al Corriere dell’Umbria in un’intervista, in attesa del concerto di venerdì.
Io suonavo per strada, cantavo le mie canzoni e improvvisavo anche insieme ai passanti. Emanuele Via, che all’epoca studiava design all'università insieme a me, si è appassionato a questa mia vocazione e si è unito, portando la sua fisarmonica. Paolo Di Gioia si è aggiunto dopo con le percussioni e per ultimo è arrivato Lorenzo Federici, che non compare nel nome della band, perché era già stato scelto, e quindi abbiamo deciso di dedicargli il nome del nostro primo album.
Descrivi con tre aggettivi gli Eugenio In Via Di Gioia.
Riflessivi, autoironici e l’ultimo aggettivo lo lascio al caso.
Cosa rappresenta per te la musica?
Un profondo sentimento di amore, che viene veicolato dalla mia voce verso gli altri e anche verso di me.
Qual è il messaggio che volete trasmettere attraverso la vostra musica?
Per anni ci siamo concentrati sul raccontare il mondo che ci circonda, le urgenze che sentivamo nostre. Vedevamo molti problemi nella società e paradossi che caratterizzavano il mondo degli adulti. Inoltre, ci siamo spesi molto per raccontare i problemi legati all’ambiente. Nell’ultimo disco invece ci siamo concentrati sul messaggio che lasciamo a noi stessi, quindi nessun messaggio per gli altri, ma abbiamo descritto quello che viviamo e quello che siamo.
Come nasce una canzone? Arriva prima il testo o la musica?
Noi ci vediamo tutti i giorni in studio e a volte arriva per prima la parte musicale, altre volte invece quella testuale, dipende un po’ dalle canzoni, ma comunque lasciamo che sia il flusso a decidere.
Dove trovate l’ispirazione?
Dalla vita quotidiana. Noi passiamo molto tempo a cucinare insieme o a fare delle passeggiate e a leggere. E’ in questi momenti, nelle nostre crisi esistenziali, che traiamo la massima aspirazione.
Descrivimi con tre parole il vostro ultimo album, L’amore è tutto.
Per quanto mi riguarda è stato illuminante, profondo e introspettivo.
Qual è la canzone che ti rappresenta di più in questo momento?
Un’altra America, la canzone che apre il disco, perché inizia proprio con "Eugenio, dove sei andato? Lavori ancora, non ti sei stancato?", rappresentando quindi un dialogo tra il me di oggi e il me del passato.
Descrivi con tre parole l’Umbria.
Questa è la regione di Lorenzo Federici. Lui è originario di Terni, ha studiato a Perugia ed è un grande appassionato della sua regione, ce l’ha fatta conoscere molto a fondo. Un aggettivo è sicuramente magnifica, poi pazza, perché ho un ricordo legato a Perugia riguardo la nostra prima data al Free Ride, dove abbiamo dormito dal fonico ed è stata una serata veramente pazza. Per ultimo direi centrale.
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