Il rapporto
Presentazione del 33esimo rapporto Migrantes
Il 33esimo rapporto Migrantes fa chiarezza: non c’è nessuna invasione di stranieri in Italia, i dati mostrano una tendenza stabile, più donne che uomini sono in arrivo dall’estero e soprattutto stanno crescendo i numeri di chi è costretto a lasciare il proprio Paese in seguito a cataclismi ambientali. L’analisi sul report è stata fatta ieri al Villaggio Caritas a Perugia da monsignor Pierpaolo Felicolo, direttore nazionale della Fondazione Migrantes, che ha introdotto il tema con una riflessione sul volto dell’immigrazione nell’Italia di oggi, e da Simone Varisco, referente della Fondazione Migrantes. Le conclusioni dell’incontro sono state affidate all’arcivescovo Ivan Maffeis.
Dalle valutazioni a livello globale, si è arrivati anche a parlare dell’Umbria dove, anche in questo, caso il fenomeno migratorio è piuttosto stabile. In Umbria, al primo gennaio 2024, i cittadini stranieri residenti risultano essere 89.737, di cui 40.949 maschi (il 45,6%) contro 48.778 femmine (54,4%). La somma totale è pari al 10,5% della popolazione, con un incremento dell’1,3% rispetto all’anno precedente. “La prevalenza femminile - sottolinea Vito Simone Foresi, direttore ufficio Migrantes Perugia - è già un indicatore su come nel tempo sia maturata in Regione una maggiore facilità di integrazione per le possibilità di impiego in lavori riguardanti servizi alla persona o in ambito domestico, dove migliori sono le possibilità di emersione dall’irregolarità rispetto ad altri settori lavorativi, appannaggio della componente maschile”. Di questa popolazione straniera, nella provincia di Perugia risiedono 64.360 persone che rappresentano il 71,7% del totale rispetto al 28,3% di residenti nella provincia di Terni.
Dal rapporto sappiamo anche che i permessi di soggiorno in corso di validità registrati in Umbria al marzo 2024 erano 64.860, cifra che – sebbene registrata due mesi dopo la rilevazione del dato sulla popolazione straniera residente – ci evidenzia comunque un gap di circa 25.000 unità tra i cosiddetti “in regola” e una “zona grigia” composta non propriamente di “irregolari” ma anche di coloro che sono ancora in attesa di regolarizzazione, o anche di rinnovo, spesso inseriti nel Sistema di accoglienza con i suoi centri diffusi nel territorio. “Un dato - prosegue Foresi - che getta una luce sul problema della lentezza ed estrema farraginosità che affligge il sistema delle procedure burocratiche e amministrative necessarie per il rilascio dei documenti o il riconoscimento dello stato di protezione internazionale”. E aggiunge: “questo rappresenta il vero ostacolo verso un processo di integrazione nelle società di accoglienza e, nella maggior parte dei casi, del pieno ed effettivo riconoscimento di un effettivo diritto alla cittadinanza”.
In tal senso significativo anche il dato che l’Umbria è la seconda regione, dopo il Veneto, per percentuale di alunni “stranieri” nati in Italia ma senza cittadinanza italiana: 69,9% rispetto alla media nazionale del 65,4%.
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