Cronaca
Il luogo della sparatoria
Tutti gli accessi all’Albania super sorvegliati. Si spostano anche dall’altra parte dell’Adriatico le ricerche del cittadino albanese autore della sparatoria di Verna e che ha portato al grave ferimento di due giovani connazionali di 29 e 34 anni in quello che a tutti gli effetti sembra – stando alle indagini - un regolamento di conti legato allo spaccio di droga. Gli inquirenti italiani hanno chiesto il supporto anche delle autorità di frontiera, che stanno monitorando attentamente tutti gli ingressi nel paese delle due aquile per scovare l’uomo che ha sparato (ben conosciuto alle forze dell’ordine) e che, supportato da alcuni fiancheggiatori, è svanito nel nulla da giovedì sera. Continuano ad essere messe al setaccio dai carabinieri tutte le zone dello spaccio umbertidese, con i controlli estesi all’Altotevere, all’Umbria e tutta Italia. Si cercano due auto, un’Alfa Romeo vista sfrecciare in direzione Umbertide pochissimi istanti dopo i fatti di via Nestore e una Fiat Punto, probabilmente usata dal commando come mezzo di supporto. Intanto rimangono ancora gravi le condizioni del 29enne ricoverato in terapia intensiva a Perugia e del 34enne, ancora in prognosi riservata all’ospedale di Città di Castello.
Il dibattito sulla fitta rete di spaccio di droga che affligge la città è tornato accesissimo: “Abbiamo da tanti anni un problema drammatico con il consumo di cocaina – dice un cittadino – Finché non capiremo che il problema è la domanda più che l’offerta, saremo destinati a liquidare tutto in discussioni stucchevoli da stadio”. E il pensiero di tanti è andato alla notte di Pasqua del 2017, quando un gruppo di albanesi si fronteggiò in via Alfonsine, tra la pineta e il parco Ranieri. Anche quella volta vennero esplosi alcuni colpi di pistola e il bilancio fu di un ferito alle gambe. Tra gli abitanti di Verna e in tutta la città non si placano la rabbia e la paura: “Non stiamo parlando di una metropoli, ma di una frazione di qualche centinaio di anime – afferma una umbertidese – Non è questo il mondo che voglio per me e le mie figlie, non è questa la normalità alla quale sono stata abituata in un luogo tranquillo come la nostra zona”.
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