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Città di Castello

Aggredirono i poliziotti davanti alla stazione, due stranieri condannati. Uno ha 22 anni

Uno sconterà otto mesi, l'altro ha patteggiato un anno

21 Gennaio 2025, 08:31

Da Perugia la riscossa dei precari, docente con contratti a termine per 20 anni risarcita con 41 mila euro

Processo in tribunale a Perugia

Una condanna a otto mesi di reclusione e il pagamento di un risarcimento per spese legali di alcune migliaia di euro per il 41enne di origini tunisine accusato di minaccia, oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale per aver aggredito due agenti del Commissariato di polizia tifernate; il patteggiamento della pena di un anno, con richiesta di sostituzione con lavori di pubblica utilità (richiesta questa che verrà rivalutata il prossimo 3 marzo), per il 22enne di origini peruviane, protagonista dello stesso episodio e accusato anche del reato di lesioni.

È quanto è stato deciso ieri in tribunale a Perugia dove si è tenuta la seconda udienza del processo a carico dei due, già noti alle forze dell’ordine, e protagonisti di una violenta colluttazione con i poliziotti tifernati. Il fatto, che venne ripreso in un video poi divulgato dal sindacato di polizia, risale al dicembre scorso e avvenne di fronte alla stazione ferroviaria di Città di Castello. In quell’occasione gli agenti erano intervenuti dopo aver ricevuto una segnalazione per il comportamento di alcuni ragazzi che, a bordo di un treno dell’ex Fcu in arrivo, stavano infastidendo i viaggiatori.

Una volta sul posto, i poliziotti erano stati aggrediti con uno dei due agenti che cadde e riportò alcune lesioni. A margine di quell’episodio lo stesso sindacato di polizia Coisp in una nota parlò “di violenza inaudita ai danni di chi opera ogni giorno per garantire la sicurezza di tutti”, ribadendo la necessità di regole più severe per chi aggredisce le forze dell’ordine, ormai diventate bersaglio della micro e della macro criminalità”. I due stranieri coinvolti vennero arrestati e posti ai domiciliari e poi chiamati a processo. Il più giovane dei due chiese di patteggiare mentre il 41enne, aveva chiesto il rito abbreviato, condizionato a una perizia psichiatrica, poi non ammessa. Nei prossimi mesi il procedimento si sposterà in sede civile, dove saranno stabiliti eventualmente i risarcimenti tra le parti in causa.

 

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