IL CASO
La crisi mondiale del comparto dell'automotive colpisce pesantemente la Sigit di San Giustino, che rischia la chiusura per una sorta di razionalizzazione dei siti produttivi voluti dai soci attuali che hanno altri stabilimenti anche in Piemonte e lasciano senza lavoro 45 dipendenti. Femca Cisl e Filctem Cgil, rappresentate da Euro Angeli, Jacopo Maccari e Giovanni Amanti unitamente alle Rsu di Sigit, esprimono a tal proposito “una forte e preoccupata opposizione alla volontà dell'azienda di ricorrere alla cassa integrazione a zero ore per i lavoratori impegnati nelle attività legate alla gomma e plastica dello stabilimento”.
Ad allarmare il personale e i sindacati il fatto che dalla proprietà (due soci piemontesi al 30% cadauno ed un 40% affidato ad un fondo di investimenti con sede in Oman, ndr) arriva la decisione, dopo aver trasferito macchinari produttivi per sostenere altre realtà aziendali, i lavoratori si trovano ora a dover affrontare la sospensione totale dell’attività per un periodo indefinito, con il crescente timore che altri macchinari e stampi possano essere trasferiti ad altri stabilimenti”. Le Organizzazioni Sindacali denunciano che questa scelta non è stata accompagnata da un piano industriale chiaro, che possa garantire la tutela delle professionalità e la salvaguardia dell'occupazione. Proclamato ora lo stato di agitazione.
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