Una sedia costruita su misura per consentire al cane malato di essere imboccato. La storia arriva dall'Alto Tevere, dal Canile Lerchi Enpa. Lui si chiama Axel ed è il vecchietto della struttura alle prese con il megaesofago. I volontari avevano sollecitato una adozione di cuore, anche perché gestirlo in canile non è semplice, nonostante gli sforzi di Veronika, la ragazza che se ne occupa e sta facendo l'impossibile per non fargli mancare nulla.
L'adozione per ora non si è concretizzata, ma gli aiuti si. Attraverso Luca Landucci l'appello è arrivato a Renzo Bucarini che ha costruito e donato al canile una seggiola fatta appositamente per imboccare il cane. Il Canile Lerchi Enpa Alto Tevere Umbro ringrazia: "Grazie di cuore da parte di tutti noi. Pian piano anche Axel si sta abituando al nuovo modo di mangiare".
Che cos'è il megaesofago
Il megaesofago è una condizione patologica caratterizzata dalla dilatazione dell'esofago, che può essere focalizzata o diffusa, e dalla riduzione della sua motilità. Questa malattia può essere congenita o acquisita, con la forma acquisita che si distingue ulteriormente in primaria (idiopatica) e secondaria, legata ad altre patologie. Le cause del megaesofago congenito non sono completamente comprese, ma si ipotizza un'alterazione dell'innervazione esofagea. Le forme acquisite possono derivare da disturbi neuromuscolari, malattie infettive, o ostruzioni esofagee. Le razze canine più predisposte includono il Setter irlandese, il Pastore tedesco e il Labrador Retriever.
I sintomi principali comprendono il rigurgito, che si differenzia dal vomito per la sua natura passiva, e può portare a malnutrizione e disidratazione. Altri segni clinici possono includere tosse e difficoltà respiratorie. La diagnosi di megaesofago si basa su esami clinici e radiografie toraciche, seguiti da indagini specifiche per escludere cause sottostanti. La terapia varia a seconda della causa: per il megaesofago primario si adottano misure di supporto nutrizionale e modifiche alimentari, come l'elevazione delle ciotole e pasti frequenti.
In casi gravi, potrebbe essere necessario un sondino di alimentazione. La prognosi dipende dalla forma della malattia; il megaesofago congenito può migliorare con un adeguato supporto, mentre le forme acquisite presentano una prognosi più riservata a causa delle complicazioni associate.
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