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"Fare un ascensore alla cascata: il progetto Water Way va ripreso". La proposta per Marmore dopo oltre 25 anni

L’interrogazione presentata dal consigliere regionale Enrico Melasecche (Lega): “Il collegamento da creare con Piediluco rappresenterebbe il vero salto di qualità per un territorio che soffre di un turismo mordi e fuggi”

Antonella Lunetti

29 Dicembre 2025, 09:00

"Fare un ascensore alla cascata: il progetto Water Way va ripreso". La proposta per Marmore dopo oltre 25 anni

Esiste da decenni l’idea visionaria di realizzare un ascensore alla cascata delle Marmore: trasparente, ovviamente, in cristallo e rigorosamente in acciaio. E ora a rispolverarla - portandola all’attenzione della Regione - è il capogruppo della Lega Umbria Enrico Melasecche, che torna così a parlare di un vasto piano di sviluppo turistico che unisca la promozione del più alto salto d’acqua d’Europa al vicinissimo e, finora, mal collegato, lago di Piediluco. La proposta, sulla quale chiede che la politica si esprima, richiama al progetto della Water Way, una “via dell’acqua” che metta in rete i punti cardine del patrimonio naturalistico ternano.

Era la fine degli anni ’90, quando, da vice sindaco di Terni, proprio Melasecche portò a compimento il parco naturalistico della cascata, trasformandolo da area libera e degradata in un sito organizzato, chiuso e a pagamento, capace negli anni di attrarre oltre 500 mila visitatori annui.

“In quella fase – ricorda l’allora amministratore comunale – sollecitai la Regione Umbria, impegnata nel consolidamento delle pendici rocciose della cascata, a cogliere l’occasione per realizzare un progetto tecnico fortemente innovativo: un ascensore ideato da un’impresa locale allora leader nel settore, che ottenne anche il parere favorevole della allora soprintendente Vittoria Garibaldi. Un progetto che si fermò solo per l’esaurimento dei finanziamenti, non certo per mancanza di visione. Ho ripreso il tema nel 2018, quando ero assessore all’Urbanistica del Comune di Terni, e ricevetti una proposta di project financing da un’impresa di costruzioni che, con il supporto di un architetto locale, sviluppava ulteriormente l’idea dell’ascensore, integrandola in un disegno molto più ampio: la creazione della Water Way, la via dell’acqua. Un progetto - ricorda Melasecche - che prevede la risalita in ascensore nell’area di Campacci, la discesa verso l’approdo del Velino nel punto in cui il fiume si getta nel Nera formando il salto della cascata, e da lì la risalita con battelli elettrici lungo il canale Drizzagno fino all’ingresso nel Lago di Piediluco, consentendone il periplo e, potenzialmente, l’estensione dell’escursione verso Rieti.”

Il progetto Water Way, secondo il consigliere, consentirebbe di trasformare una visita di poche ore in un’esperienza completa, di alto livello, capace di trattenere i turisti e di farli tornare. Nell’interrogazione, inoltre, viene anche affrontato l’aspetto finanziamento, ricordando come già in passato la Fondazione Carit si fosse dichiarata disponibile a sostenere la progettazione esecutiva e il finanziamento dell’opera, ipotizzando la realizzazione di un ascensore in acciaio inox e cristallo a geometria variabile. “Una disponibilità - sottolinea Melasecche - che va oggi verificata e riattivata, costituendo al contempo un gruppo di lavoro che coinvolga anche l’associazionismo locale.”

“Il progetto - aggiunge - si inserirebbe inoltre in un sistema già fortemente qualificato da importanti interventi infrastrutturali e turistici: dal completamento della superstrada Terni–Rieti con gli svincoli di Piediluco e Labro, alla riqualificazione del Centro di canottaggio D’Aloja, fino ai progetti culturali e museali sorti nell’area di Campacci, come il Museo Hydra della cascata e il Centro per la valorizzazione dei pittori Plenaristi, che hanno creato cultura, attrattività e valore e che meritano piena attenzione da parte delle istituzioni”.

“Non va poi dimenticato – incalza Melasecche – il tema ambientale. L’ascensore alla cascata, insieme alla ciclopedonale Staino–Cascata, portata alla cantierizzazione dalla passata giunta regionale di centrodestra, consentirebbe di ridurre drasticamente il traffico veicolare e l’uso delle navette nelle giornate di massimo afflusso, oggi causa di congestione, inquinamento e di uno sfregio evidente a un contesto naturalistico unico. Il progetto Water Way sarebbe inoltre perfettamente coerente con la nuova ciclabile attorno al lago di Piediluco e con un’offerta turistica sempre più orientata all’ecosostenibilità, rafforzata anche da ulteriori attrazioni come il previsto parco avventura sul Nera con zip line e dalle attività storiche di rafting che da oltre trent’anni richiamano appassionati da tutta Italia”.

Tutti elementi, quindi, a favore della opportunità di riprendere in mano “un’opera strategica, innovativa e sostenibile che da oltre venticinque anni viene colpevolmente accantonata nonostante il suo enorme potenziale”.

Quindi l’interrogazione, “con la quale – conclude Melasecche – chiedo alla giunta regionale di uscire dall’ambiguità e di dire chiaramente se intende o meno investire su una visione di sviluppo moderna, sostenibile e concreta. Il progetto Water Way non è un libro dei sogni: è un’opera pensata, studiata, che aspetta solo una scelta politica. Continuare a rinviarla sarebbe una responsabilità grave nei confronti del territorio”.

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