UMBRIA
Si avvicina la conclusione del Giubileo della Speranza. Papa Leone XIV chiuderà la Porta Santa della basilica di San Pietro il prossimo 6 gennaio, mentre ieri è stata la data indicata per la chiusura dell’Anno giubilare a livello locale. Anche le diocesi umbre hanno celebrato le cerimonie conclusive, segnando la fine di un percorso che ha coinvolto comunità, parrocchie e pellegrini.
A Perugia la chiusura del Giubileo diocesano si è svolta in occasione della Festa della Santa Famiglia. L’arcivescovo Ivan Maffeis ha presieduto la celebrazione eucaristica nella chiesa parrocchiale giubilare della Santa Famiglia di Nazareth, nel quartiere di San Sisto, animata dall’équipe della Pastorale familiare.
Nella stessa giornata si sono tenute le celebrazioni conclusive anche a Spoleto, Gubbio e Terni, mentre a Città di Castello il rito si era svolto nella serata di sabato.

Nel corso dell’omelia, monsignor Maffeis ha richiamato il significato del Giubileo appena concluso, ricordando il cammino di pellegrinaggio vissuto dalla diocesi, dalle tappe romane con adolescenti, giovani e famiglie, fino alle chiese giubilari del territorio. Un anno segnato dalla parola “speranza”, vissuta non come concetto astratto ma come esperienza concreta di Chiesa in cammino.
Il presule ha poi legato la conclusione dell’Anno Santo alla Festa della Santa Famiglia, indicando nella famiglia il luogo in cui la “porta” resta sempre aperta. Un’immagine che richiama l’invito di Papa Leone XIV, espresso nella festa dell’Immacolata, ad aprire le porte delle case perché diventino spazi di pace, riconciliazione e dignità. È nella famiglia, ha sottolineato l’arcivescovo, che si forma lo sguardo sulla vita: con le sue fragilità e ferite, resta il primo luogo in cui si impara ad amare, ad accogliersi e a perdonarsi.
Non è mancato un riferimento al valore sociale della famiglia. Maffeis ha espresso apprezzamento per le istituzioni che ne riconoscono il ruolo pubblico e non solo privato, richiamando l’importanza di politiche capaci di sostenerla attraverso servizi adeguati, attenzione alla conciliazione tra tempi di vita e di lavoro e un sistema fiscale che non penalizzi chi ha figli.
La celebrazione è stata introdotta dai responsabili della Pastorale familiare diocesana, i coniugi Roberta e Luca Convito e don Lorenzo Marazzani Visconti, che hanno sottolineato il legame inscindibile tra famiglia e speranza. Un legame reso visibile anche dall’ingresso dei figuranti della Natività, accompagnati dagli zampognari, e dalla partecipazione dei ragazzi del “campo invernale” della parrocchia di San Sisto, che hanno posticipato la partenza per condividere questo momento comunitario.

La chiusura del Giubileo della Speranza, nelle parole e nei gesti della giornata, ha così rimesso al centro la famiglia come luogo quotidiano in cui la speranza prende forma, nonostante le difficoltà, nella certezza di un cammino condiviso e accompagnato.
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