Attualità
C’erano circa 60 persone il pomeriggio di sabato 27 dicembre in piazza IV Novembre a Perugia per il presidio organizzato dalle organizzazioni umbre Propal - sotto il coordinamento L’Umbria della pace - in solidarietà a Mohammad Hannoun dopo l’arresto.
“Esprimiamo la nostra solidarietà a Mohammad Hannoun presidente dell’associazione Palestinesi in Italia che è intervenuto alla grande manifestazione No al riarmo europeo - stop al genocidio del popolo palestinese organizzata da L’Umbria della Pace il 27 settembre a Perugia.
“Basta con la persecuzione dei resistenti palestinesi”, è scritto in una nota de L’Umbria della pace. È stata lanciata anche una petizione su change.org. “Questi provvedimenti - prosegue il coordinamento delle associazioni pro Palestina - si inseriscono in una serie di atti persecutori e criminalizzanti subiti negli ultimi anni: chiusura dei conti correnti personali e dell’associazione, campagne diffamatorie sui media mainstream, e continue intimidazioni contro il suo impegno pubblico a favore della causa palestinese”.
Quella che viene definita “repressione” contro Hannoun rappresenta “una grave violazione dei diritti democratici e un attacco alla libertà di espressione e di associazione. Colpire chi sostiene la giustizia per la Palestina significa tentare di intimidire un intero movimento solidale, che in Italia e nel mondo chiede la fine del genocidio a Gaza e il rispetto del diritto internazionale”, è scritto nel testo della sottoscrizione.
Tre le richieste. La prima è che sia revocato immediatamente il foglio di via contro Mohammad Hannoun. E ancora, che siano archiviate le “accuse infondate” a suo carico e sia garantita la libertà di manifestare e di esprimere solidarietà alla Palestina, “senza repressione né criminalizzazione”.
“Siamo al fianco di Mohammad Hannoun e di tutte e tutti coloro che si battono per una Palestina libera e decolonizzata, e per un mondo senza oppressione né ingiustizia”, concludono i Propal. Il presidente dei palestinesi in Italia è stato arrestato con l’accusa di finanziare Hamas. Hannoun, che è in Italia da 42 anni, ha ribatito che avrebbe “continuato a raccogliere fondi per progetti umanitari in Palestina”, ricordando che già dal 2002 al 2009 era stato indagato per “false accuse”. “Il giudice del tribunale di Genova”, ha ricordato a margine di un corteo pro Pal, “disse 'Hannoun fa progetti di aiuti a distanza, questo fa onore all’Italia'. Tutto quello che faccio sono progetti umanitari, non ho mai finanziato alcuna attività militare o terroristica”.
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