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Brevetti in calo in Italia, Umbria in crollo: -26,7% in un anno, allarme competitività regionale

28 Dicembre 2025, 09:07

Brevetti in calo in Italia, Umbria in crollo: -26,7% in un anno, allarme competitività regionale

Calano i brevetti in Italia, crollano in Umbria. E’ quanto emerge dall’indagine della Camera di commercio regionale. “Nel 2024 l’Italia fa un mezzo passo indietro sul fronte della proprietà industriale: le domande di brevetto europeo con titolari italiani scendono a 4.612, cioè 168 in meno rispetto al 2023 (-3,5%)”, è l’incipit del dossier. Non è una débacle, ma è una frenata. “L’innovazione non sparisce - precisa l’ente camerale - semplicemente perde velocità proprio mentre la competizione internazionale alza il livello e le imprese devono difendere margini e quote di mercato con prodotti sempre più originali”.

Dentro questo quadro, il dato umbro è quello che accende la “spia rossa”: -26,7% in un anno, da 45 a 33 brevetti (-12). Qui si può parlare di crollo. È il terzo ribasso più forte tra le regioni, molto oltre la media nazionale e in netta controtendenza rispetto al Centro, che cresce nel complesso del +4,7% (da 664 a 695). Il Nord-Est resta sostanzialmente stabile (+0,6%), mentre il Nord-Ovest arretra (-7,7%) e il Mezzogiorno scivola con decisione (-16,5%). “Non è una semplice oscillazione statistica: è un indicatore di competitività che si abbassa, e quindi di opportunità che rischiano di spostarsi altrove” riferiscono gli analisi dell’ente.

Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell’Umbria, evidenzia come “il dato sui brevetti interpella direttamente il sistema economico e istituzionale regionale. L’Umbria dispone di competenze, università e imprese di qualità, ma deve rafforzare il collegamento tra ricerca e tessuto produttivo, soprattutto a favore delle piccole e medie imprese. La Camera di commercio è impegnata nel sostenere percorsi di innovazione, tutela della proprietà intellettuale e trasferimento tecnologico, perché brevettare significa creare valore, occupazione qualificata e nuove opportunità di crescita per il territorio. Su questo serve davvero una continua spinta che veda una sinergia totale tra regione, università, sistema camerale e associazioni di categoria. La sfida è trasformare il sapere in sviluppo concreto”. Per Giuseppe Tripoli, segretario generale di Unioncamere, “l’innovazione resta un fattore cardine per la competitività delle imprese. Il rallentamento della capacità brevettuale delle imprese italiane, è probabilmente frutto delle molte incertezze del contesto internazionale”.

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