GUBBIO
Ci sono date che segnano un calendario. E poi ci sono date che segnano un'esistenza. Per Lucio Lisarelli, eugubino, il 24 dicembre non è soltanto la vigilia di Natale né solo il giorno del suo compleanno: è il simbolo di una rinascita. Nella notte del 24 dicembre di trent'anni fa, mentre il mondo si preparava a festeggiare, Lucio riceveva il dono più grande possibile: una nuova vita, grazie a un trapianto di fegato.

Oggi, 24 dicembre 2025, quel traguardo diventa una ricorrenza straordinaria: trent'anni di vita dopo il trapianto, una storia che parla di medicina, speranza, coraggio e gratitudine. Un percorso iniziato in una notte carica di paura e attesa, trasformata nel tempo in un anniversario di luce.
All'epoca, il trapianto rappresentava una sfida enorme, per i medici e per il paziente. Per Lucio significò affidarsi completamente alla scienza e alla generosità di chi, con un gesto di immenso altruismo, rese possibile quel miracolo. Un dono anonimo, silenzioso, ma eterno, che ancora oggi vive nel suo quotidiano.
Da quella notte di Natale, Lucio ha costruito trent'anni di vita "in più": giorni normali e giorni speciali, sogni, fatiche, sorrisi, responsabilità. Trent'anni vissuti con la consapevolezza che nulla è scontato e che ogni compleanno, per lui, ha un valore doppio. O forse triplo: compleanno, Natale e anniversario di una seconda nascita.
"La vita si è presa gioco di me, io volando mi sono preso gioco della vita", dice oggi Lisarelli sorridendo e facendo riferimento alle continue prodezze alla guida senza mani della sua inseparabile lambretta: "Cuore per ringraziare, fegato per stupire". E ancora: "Metto il casco, abbasso la visiera, dimentico tutto, salgo in moto, do il gas e vado dove mi porta il cuore, anzi il fegato". Da buontempone eugubino festeggia così quelle che lui chiama "le nozze di perla".

La sua storia è anche un messaggio potente, che supera i confini personali. È la testimonianza concreta di quanto la donazione di organi possa cambiare il destino di una persona e di una famiglia, trasformando una perdita in speranza, il dolore in futuro.
Domani, mentre spegne le candeline del suo compleanno, Lucio celebra molto più di un'età: celebra trent'anni di gratitudine, verso i medici che lo hanno seguito, verso chi gli è stato accanto nel percorso, e soprattutto verso quel donatore e quella famiglia che, senza conoscerlo, gli hanno permesso di essere qui oggi.
Una storia che merita di essere raccontata, perché ricorda a tutti che la vita, a volte, può ricominciare anche nella notte più buia.
E che il vero miracolo, spesso, porta il nome semplice e potente di solidarietà.
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