GRAFFITI
Sabato 13 dicembre la polizia municipale ha staccato 69 contravvenzioni per divieti di sosta, spesso molto creativi, all’interno dell’Acropoli. È una buona o una cattiva notizia? Vanno bene entrambe, perché se da un lato viene ripristinata un minimo di legalità, il rovescio della medaglia consiste nel tentativo quasi impossibile di educare un esercito di maleducati, di gente che se ne frega, che associa la democrazia all’anarchia. E dunque liberi tutti, ognuno faccia quel che vuole, perché specialmente nei giorni festivi, quando il centro storico è aperto dalle 7 alle 24, è molto gratificante cercare qualche marciapiede da invadere o qualche stallo riservato ai disabili da occupare. Con grande disinvoltura.
Ma l’automobilista indisciplinato come potrebbe sapere se c’è posto o no senza provare? Ecco, qui davvero facciamo fatica a comprendere, perché esattamente al varco Ztl di via Masi, l’unico in entrata, è posto, ben visibile in alto, un gigantesco display che segnala in tempo reale quanti posti ci sono disponibili nelle strisce blu fino a Piazza Italia. Bene, nello scorso weekend il display ha segnato quasi sempre due numeri: o zero o uno. Questo significa che una persona dotata non solo di senso civico, ma di normale intelligenza, dovrebbe rinunciare ad imboccare la strada in salita per deviare verso il parcheggio più vicino, nel caso Piazza Partigiani.
Vi assicuriamo che nessuno o quasi l’ha fatto, andando contro ogni evidenza. Zero stalli liberi, nel linguaggio del maleducato cronico, si traduce con “ci provo e sennò mi arrangio”. Così, una lunga fila, pressoché ininterrotta, di auto è salita alla ricerca di un posto libero e gratuito, vista l’ora, che non esisteva nella realtà. Le macchine si sono incolonnate, in numero sempre maggiore man mano che avanzava la notte, per andare alla ricerca del nulla. E se i meno spavaldi si sono fatti una gimcana lungo viale Indipendenza, in salita e in discesa dopo il circuito di Piazza Italia tra pedoni infastiditi e bus in transito, altri si sono infilati lungo via Baglioni, hanno bypassato Piazza Matteotti e sono ridiscesi lungo via Alessi. Oppure, sperimentando la sempre valida prova di abilità, passando per piazza IV Novembre e giù in via Bartolo. Al termine di questa ricerca di parcheggio si sono ritrovati a ripassare dal varco, finendo il gioco dell’oca, sconsolati, nel parcheggio di piazza Partigiani, con nervi, carburante e frizione messi a dura prova. Peggio è andata a chi si è ritrovato in piazza Grimana.
Il resto del gruppo, gli autisti del serpente inquinante, tra i quali i 69 multati, avranno sorriso, perché loro, furbissimi, non hanno avuto problemi nel trovare un pezzo di marciapiede libero, intralciare i bus, chiudere il passaggio ai pedoni (in via dello Struzzo, per esempio). E senza nemmeno usare le quattro frecce, che nel loro personale codice della strada significano “lasciatemi in pace, mi sto divertendo”.
Come si risolve questo problema di insubordinazione urbana, spesso giustificato da una parte di politica (da sempre, non da ora), altrettanto spesso ben tollerato dai commercianti? Certamente non con la troppo sbandierata “rivoluzione culturale” e nemmeno con l’offerta di ottimi servizi (parcheggi "a corona" del centro storico e l’allungamento dell’orario del Minimetro), ma solo con una drastica chiusura della Ztl o (purtroppo) con le multe, anche se non saranno mai sufficienti ed a sufficienza. Ma questa è l’Italia, non siamo né in un Paese del Nord Europa, né in Svizzera o in Austria.
A Vienna per salire su metropolitana, autobus e tram non esistono tornelli. Semplicemente perché a nessun cittadino austriaco verrebbe mai in mente di utilizzare i mezzi pubblici senza pagare. A meno che non si tratti di turisti italiani.
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