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LA STORIA

Ardillo conquista Città di Castello e Gubbio: dal gioco Nùzzolo al calendario eugubino. I segreti del brand in dialetto che va a ruba

Il fondatore Stefano Mirri: "Tutto è iniziato per gioco nel 2012. L'idea è quella di attualizzare e valorizzare i dialetti della regione e declinarli in chiave ironica"

Andrea Pescari

19 Dicembre 2025, 17:30

Ardillo conquista Città di Castello e Gubbio: dal gioco Nùzzolo al calendario eugubino. I segreti del brand in dialetto che va a ruba

L'universo Ardillo è sempre più in espansione. Due anni fa, il fondatore Stefano Mirri, aveva promesso di esportare il simpatico brand in nuove città, così da esplorare e celebrare altri dialetti umbri (sempre rigorosamente in chiave ironica), ecco che a dicembre ha esordito Nùzzolo a Città di Castello. Presentato come "'l gioco de Castelo che te fa stremolì", è un gioco da tavolo interamente in castellano, il cui scopo è diventare il più grande possedente della città. Possiamo dire uno spin-off dei fortunatissimi Lillero (giunto quest'anno alla sua quarta edizione) e Picchiarume, il primo in perugino e il secondo in eugubino.

Anche Nùzzolo, che in dialetto castelano sta per 'furbo', è andato a ruba. Tempo 5 giorni ed è diventato introvabile, raggiungendo il sold-out. Per realizzare il tabellone del gioco, dove le caselle diventano le vie della città tifernate e le 4 porte (Santa Maria, San Florido, Sant'Egidio e San Giacomo) da conquistare a colpi di dado, e i testi, Mirri ha puntato su due castellani doc, Marco Cerrini e Giampaolo Innocenti, con la preziosa supervisione fonetica di Matteo Nunzi

Il fondatore di Ardillo, Stefano Mirri, di lavoro fa il comunicatore e lavora per varie agenzia. Tutto nasce "nel 2012 quando, per gioco, ho pensato di aprire una pagina Facebook chiamata Le frasi celebri in perugino - racconta Mirri -. Accostavo frasi in dialetto a noti personaggi storici. Nel 2016 è uscito Lillero (soldi), gioco da tavolo basato sugli affari dove lo scopo è diventare il governante di Perugia. Per l’occasione - continua Mirri - ho deciso di cambiare nome con Ardillo, più breve e semplice da ricordare. Dopo aver realizzato tre riedizioni di Lillero, è stato il turno di Bregno Unito. Di quest’ultimo, nel corso di un anno, ne ho venduti oltre 300. Il calendario Arvisto è pronto invece alla terza edizione, 365 pagine dove - a ogni giorno - è abbinata una frase in perugino, la famosa begiata. Progetto che da quest'anno sposa anche il dialetto eugubino ne Il calendario eugubino 2026. L’idea è sempre quella di attualizzare e valorizzare i dialetti, rendendoli più accattivanti, un po' irriverenti, ma senza mai cadere in volgarità e banalità". 

Proprio il calendario eugubino è la seconda grande novità dell'anno. Sulla falsa riga di quello in perugino, pronto a debuttare nel 2026 con la begiata "I giorni en fitti come i dolori!", anche quello pensato per i cittadini di Gubbio presenterà un blocco di 365 pagine da staccare e conservare. Ogni foglio corrisponde a una data, ogni data corrisponde quindi a un aforisma, un consiglio, o una frase celebre di uno dei tanti eugubini leggendari che hanno scritto la storia della città, per un tuffo nelle radici della comunità fatto di saggezza, ricorrenze e tradizioni. Ovviamente, neanche a dirlo, tante le pagine dedicate ai mitici Ceri, le quali faranno da countdown al grande appuntamento del 15 maggio. Per la realizzazione, Mirri di Ardillo si è affidato alla conoscenza del dialetto eugubino di Simone Zaccagni. Anche il calendario eugubino 2026, come Nùzzolo, è andato polverizzato. Tutti sintomi di una formula che funziona anche nel resto dell'Umbria.

Ovviamente Ardillo non si ferma qui, il dialetto perugino ha conquistato anche magliette, tazze, borracce, targhe - che da "Attenti al cane" si trasformano in "Can' ch'abaja nn dà mosco. Prova a gì oltra..." - , fino alle nuove edizioni dei piatti di latta decorati con frasi del tipo "La magnamo o la 'ncartamo" o "Nissuno cucina come la mì nonna".

Più che di un universo, si potrebbe parlare di galassia Ardillo, portata avanti da una sola persona, Stefano Mirri. Un vulcano di idee che, ogni giorno, pensa a nuovi progetti per strappare almeno una risata in chi ci si abbatte: "Quando vedo la gente fermarsi davanti al mio stand e scoppiare a ridere di fronte ai vari articoli sullo scaffale, per me è come se avessi già vinto. Progetti futuri? Voglio 'conquistare' nuove città e nuovi dialetti, penso ad esempio a Foligno e Spoleto. Poi chissà, magari troverò anche l'idea per un gioco da tavolo che riesca a racchiudere in sé tutta l'Umbria. In questi due anni sono cambiate tante cose, Ardillo è cresciuto e, mano a mano, cresce anche la domanda. Lo stand, oltre a quello nel punto Conad del Quasar a Corciano e a Città di Castello, si espanderà anche a Santa Maria degli Angeli e Bastia Umbra", conclude Mirri. Nella produzione collaborano anche Giacomo Frizza, che si occupa della grafica, e Grafiche Paciotti, per la stampa. Una realtà al 100% made in Umbria, pensata per valorizzare le radici e l'identità degli umbri.

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