Città di Castello
Luigi Sponticcia, ultimo nato nella Baronia, e il sindaco di Città di Castello Luca Secondi
Con una cerimonia partecipata e particolarmente apprezzata, il sindaco di Città di Castello e barone di Monte Ruperto, Luca Secondi, ha consegnato a Luigi Sponticcia, ultimo nato nella Baronia accompagnato dalla sorella Renata, il primo Ruperto, la moneta appositamente coniata per l’occasione con l’opuscolo che illustra le vicende storiche dell’exclave tifernate.
L’iniziativa, alla presenza della Compagnia dei balestrieri di Città di Castello in costume storico, è stata aperta dalla lettura di alcuni passi di un documento datato 25 giugno 1256 con cui “gli uomini di Monte Ruperto decidono di assoggettarsi a Città di Castello giurando di voler osservare i precetti del podestà”.

Alla presenza del vice sindaco Giuseppe Stefano Bernicchi e dell’assessore alla Cultura Michela Botteghi, il sindaco Secondi ha sottolineato sia il valore simbolico della moneta, che verrà consegnata annualmente a un personaggio legato alla città o alla storia della Baronia, sia le peculiarità del testo illustrativo che ricostruisce la storia di Monte Ruperto. Un segnale concreto in questa direzione era già stato a maggio 2024, con la giornata di studi La Baronia di Monte Ruperto, in collaborazione con i comuni di Apecchio e Sant’Angelo in Vado, e con le iniziative sviluppate in seguito, quali l’installazione di un’apposita segnaletica turistica di colore marrone, l’escursione promossa dal Club alpino italiano e I cammini degli appennini, nonché il piatto celebrativo realizzato dai maestri della Ceramiche Noi e il primo trofeo Baronia di Monte Ruperto, organizzato dal Club auto moto storiche Altotevere.

Il primo cittadino ha, quindi, ringraziato tutti gli attori coinvolti nell’operazione presenti in sala, a partire dal personale comunale, con il capo di gabinetto Gaspare Pierangeli in prima fila, fino alla Bottega Orafa Bartoccioni, ai curatori dell’opuscolo, gli ingegneri Marco Conti e Giovanni Cangi, fino alle Edizioni Nuova Prhomos di Fabio Fratini.
Francesco Izzo, presidente della Compagnia dei balestrieri, ha rimarcato l’importanza della riscoperta di questo territorio, che si inserisce in una più ampia strategia di tutela e di valorizzazione della memoria storica promossa dall’associazione. E’ stata quindi la volta dei curatori dell’opuscolo storico Giovanni Cangi e Marco Conti, che hanno illustrato i punti salienti delle vicende storiche della Baronia con il singolare connubio “istituzionale-nobiliare” in cui il Comune è titolare di Monte Ruperto, che ricade nelle Marche, un piccolo territorio conteso fra fazioni confinanti, che ne rivendicavano il controllo, fino al 1256 quando fu annesso a Città di Castello. Tale situazione è analoga a quella di Cospaia, la repubblica sorta nel 1441 fra lo Stato Pontificio e il Granducato di Toscana.
Gli autori hanno sottolineato come l’opuscolo presenti una sintesi documentata delle origini, delle caratteristiche e delle peculiarità della Baronia, per valorizzarne il patrimonio storico e ambientale, con attenzione anche alle tradizioni.
Un’altra lettura ha chiuso la manifestazione, quella della leggenda legata alla nascita del legame con la città: “Nel XIII secolo una grande carestia, dovuta ad incredibili nevicate, colpì Monte Ruperto. Né Apecchio, né Sant’Angelo in Vado inviarono aiuti e solo dalla lontana, per mezzi e strade del tempo, Città di Castello arrivò il cibo necessario a far sopravvivere la comunità: il barone, privo di eredi, cedette alla città il piccolo territorio in segno di gratitudine”.
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