L'INIZIATIVA
Non è un premio, ma un riconoscimento: nasce l’Umbro dell’Anno. E non è un’operazione di facciata. E’, piuttosto, una scelta giornalistica precisa, coerente con il ruolo che il Corriere dell’Umbria rivendica e pratica ogni giorno: “Essere al centro” – come afferma il direttore del Gruppo Corriere, Sergio Casagrande - della vita sociale, civile e culturale della regione, raccontandone i protagonisti, interpretandone i cambiamenti, leggendo in profondità ciò che accade.
Il 2025 segna la prima edizione di un riconoscimento che intendiamo proporre anche nei prossimi anni. L’Umbro dell’Anno sarà la persona, uomo o donna - o anche le persone (che possono essere anche non nate o residenti in Umbria) - che nel corso dell’anno avranno espresso il maggior prestigio e, allo stesso tempo, avranno contribuito a dare prestigio alla regione, attraverso il loro ruolo, le loro azioni, le loro scelte.
Un riconoscimento che non guarda soltanto ai successi, ma alla capacità di incidere sul presente: chi ha influenzato le notizie e le nostre vite, chi ha incarnato ciò che è stato davvero rilevante nell’anno che si chiude o chi ha conseguito successi importanti per l’immagine della regione nei campi più disparati, dalla politica all’economia, dallo sport alla cultura.
La designazione – che non prevede premi ma solo una prima pagina dedicata - avverrà in modo insindacabile e indipendente ed è affidata esclusivamente al giudizio dei giornalisti del Corriere dell’Umbria che ne illustrerà le motivazioni su queste colonne.
Alla scelta partecipano tutti i redattori della sede centrale, delle redazioni umbre e degli uffici di corrispondenza distaccati sul territorio. Un processo corale, che riflette la nostra pluralità degli sguardi e delle sensibilità di chi ogni giorno racconta l’Umbria dal vivo, senza filtri e senza scorciatoie.
In caso di parità di consensi, sarà la decisione del direttore a determinare la prevalenza.
Il nome dell’Umbro dell’Anno 2025 verrà svelato nell’edizione in edicola il 31 dicembre, a suggello simbolico di un anno di cronaca, analisi e racconto.
Un modo per fermare un’immagine, dare un volto a ciò che ha contato davvero, dopo aver restituito ai Lettori, quotidianamente, una sintesi di dodici mesi di vita regionale.
La redazione è già al lavoro. Con discrezione, rigore e senso di responsabilità. Perché i riconoscimenti passano, ma il significato resta.
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