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FESTE

Le tradizioni natalizie più strane del mondo: lanciare budino sul soffitto e andare a messa con i pattini

Clementina Civitavecchia

18 Dicembre 2025, 12:31

Le tradizioni natalizie più strane del mondo: lanciare budino sul soffitto e andare a messa con i pattini

Andare a messa con i pattini, mangiare pollo fritto, lanciare budino sul soffitto, apparecchiare per i morti o leggere un libro tutta la notte: il mondo presenta una varietà sorprendente di tradizioni natalizie che mostrano come la vera ricchezza sia la diversità.

Streghe e mostri

Il Natale è una ricorrenza che evoca candore, pace, sorrisi e silenzio. Eppure, scavando nelle tradizioni, affiorano usanze che raccontano un Natale meno rassicurante, popolato da mostri, streghe, ragnatele e rituali decisamente inquietanti. È il caso del Krampus, creatura demoniaca mezzo capra, con corna ricurve e una lingua enorme, che terrorizza i bambini in Austria, Slovenia, Croazia e nel Nord Italia. Arranca per le strade trascinando catene, brandisce una betulla per punire simbolicamente i più indisciplinati e, talvolta, porta con sé un sacco per rapirli. Nelle regioni alpine, accanto a lui compare Frau Perchta, la strega che passa in rassegna chi è stato buono e chi no. Non va meglio ai bambini del Galles, dove a bussare alle porte è Mari Lwyd: un teschio di cavallo montato su un palo e avvolto in un lenzuolo bianco. La creatura tenta di entrare nelle case, affiancata da una processione di persone in abiti tradizionali che si sfidano in una sorta di battaglia di insulti in rima, rigorosamente in gallese. Chi apre la porta al Mari Lwyd, secondo la tradizione, si garantisce fortuna per l’anno successivo. In Islanda il Natale prende una piega ancora più cupa. Qui arriva Grýla, gigantesca strega metà troll e metà orco, madre di tredici figli e padrona di un gatto inquietante, Yule Cat. Durante le feste, Grýla lascia la sua grotta per andare a caccia di bambini cattivi da cucinare nel suo pentolone, mentre il gatto si aggira per le città spiando dalle finestre. C’è però una via di salvezza: indossare abiti nuovi ricevuti in dono per la buona condotta. Chi ne è sprovvisto lascia fuori quelli vecchi e spera che bastino. Non a caso, in Islanda regalare calze, guanti o maglioni a Natale è anche un gesto scaramantico. In Francia, soprattutto in Alsazia-Lorena, il cattivo da temere è Hans Trapp: un uomo alto, vestito di stracci neri, il volto sporco o coperto da una maschera. Secondo la leggenda fu un nobile crudele, allontanato dalla Chiesa per i suoi comportamenti empî. Si racconta che, sul punto di uccidere un giovane viandante, venne colpito da una punizione divina. Da allora, il suo spirito vagherebbe durante l’Avvento come monito per chi si comporta male.

Alberi

Per fortuna, non tutte le storie natalizie hanno tinte fosche. In Ucraina, ad esempio, il Natale è raccontato da una leggenda dal finale luminoso. Si narra di una vedova poverissima che viveva con i figli in una casa minuscola. Un inverno riuscirono a piantare un piccolo pino nel cortile, ma non avevano nulla per decorarlo. La notte della Vigilia, alcuni ragni, mossi a compassione, tessero ragnatele tra i rami. Al mattino, con la luce del sole, quei fili si trasformarono in oro e argento, portando fortuna alla famiglia. Da qui nasce la tradizione, ancora viva in Ucraina e in altri Paesi dell’Est, di appendere ragnatele o piccoli ragni all’albero di Natale come simbolo di prosperità. Restando in tema di alberi, in Indonesia, Paese a maggioranza musulmana, il Natale è celebrato solo da una minoranza cristiana. In alcune zone, come Bali, gli alberi vengono realizzati con piume di pollo colorate. In India, invece, le famiglie cristiane addobbano con foglie di mango e accendono lampade a olio sui tetti, a simboleggiare la luce di Gesù.

Pattini e Paperino

Non sempre serve volare con la fantasia per scoprire tradizioni insolite: a volte basta osservare la realtà. In Venezuela, soprattutto a Caracas, tra il 16 e il 24 dicembre si va a Messa sui pattini a rotelle. Le strade vengono chiuse al traffico e famiglie intere raggiungono la chiesa scivolando sull’asfalto. Questa usanza, chiamata las patinatas, è talmente radicata che coinvolge tutti: grandi e piccini. Infatti, la sera della Vigilia, secondo una tradizione popolare, i bambini dormono con un laccio legato a un dito del piede, l’altro capo lasciato fuori dalla finestra. All’alba, i pattinatori che passano tirano delicatamente il laccio per svegliarli: un segnale chiaro, è ora di andare a Messa. Restando nel territorio dell’infanzia, in Svezia il Natale passa anche dal divano. Ogni 24 dicembre, alle 15:05 in punto, le famiglie si riuniscono davanti alla televisione per guardare “Paperino e i suoi amici vi augurano un buon Natale”, uno speciale Disney del 1958 trasmesso senza interruzioni pubblicitarie, alla stessa ora, da oltre sessant’anni.

Famiglia e convivialità

In Giappone il Natale non ha radici religiose profonde: i cristiani rappresentano circa l’1% della popolazione. Eppure, a dicembre, milioni di famiglie festeggiano con una cena a base di pollo fritto Kfc. Tutto nasce negli anni Settanta da una campagna pubblicitaria di straordinario successo, “Kentucky for Christmas”. Oggi ordinare Kfc per la Vigilia è una consuetudine talmente diffusa che spesso serve prenotare con settimane di anticipo. Il pasto è accompagnato dalla torta natalizia e, per molte coppie, ha un significato romantico, quasi fosse un San Valentino invernale. In Portogallo, invece, il Natale si apre con la Consoada, il pasto consumato nelle prime ore del 25 dicembre. In alcune famiglie si apparecchiano posti extra a tavola per le alminhas a penar, le anime dei defunti: un modo silenzioso e rispettoso per ricordare chi non c’è più.

C’è un altro modo per festeggiare il Natale in famiglia: in alcune regioni slave orientali, ad esempio, è usanza propiziatoria lanciare la kutia (una specie di budino con chicchi di grano) sul soffitto. Il compito spetta al capofamiglia che munito di cucchiaio cerca di compiere l’impresa: più sono i chicchi che si attaccano, più fortuna e prosperità arriveranno per il prossimo anno. Ma stare insieme non significa solo banchettare, lo sanno bene gli islandesi che, secondo una tradizione chiamata Jólabókaflóð (Inondazione di libri di Natale), si scambiano libri la vigilia di Natale e li leggono tutta la notte.

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