Attualità
Il presidente regionale di Confcooperative Carlo di Somma
La recente sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale dell’Umbria rappresenta un passaggio di rilievo non solo sul piano giuridico, ma anche sul versante politico e sociale del welfare regionale. Il TAR ha infatti respinto il ricorso presentato contro l’aggiudicazione del quarto lotto dei servizi di assistenza per la Usl Umbria 2 che abbraccia i territori di Terni, Foligno, Spoleto, Orvieto, Narni-Amelia e la Valnerina, confermando la piena legittimità dell’operato della stazione appaltante e dell’offerta presentata dall’RTI guidato dalla cooperativa ACTL.
Il raggruppamento temporaneo d’impresa, che riunisce alcune tra le più qualificate realtà della cooperazione sociale umbra, si era aggiudicato l’appalto rivolto a persone con patologie psichiatriche e problematiche di dipendenza. La pronuncia del TAR ha riconosciuto la correttezza della procedura, la coerenza dell’impianto progettuale e la puntuale specificità dell’offerta, rigettando tutte le contestazioni sollevate.
Un esito che Confcooperative Umbria accoglie con grande soddisfazione, come sottolinea il Presidente regionale Carlo di Somma, che legge nella sentenza un riconoscimento sostanziale del valore della cooperazione sociale umbra.
Presidente, che significato assume questa sentenza per Confcooperative Umbria e per il sistema della cooperazione sociale regionale?
"Accogliamo con grande favore questa pronuncia, che va ben oltre l’aspetto strettamente legale. Il TAR ha di fatto certificato la solidità metodologica, la qualità progettuale e la serietà dell’impianto organizzativo messo in campo dall’RTI guidato da ACTL. È un riconoscimento importante per l’intero sistema cooperativo umbro, che dimostra di saper operare con competenza, trasparenza e pieno rispetto delle regole".
Nel merito, quali elementi ritiene siano stati determinanti nel giudizio del TAR?
"La sentenza valorizza in modo chiaro due aspetti fondamentali. Da un lato, la piena integrazione delle prestazioni offerte: il TAR ha riconosciuto che attività come la preparazione dei pasti non sono servizi accessori o separabili, ma parte integrante del progetto assistenziale, in quanto orientate a finalità riabilitative e terapeutiche. Dall’altro lato, viene confermata la dettagliata specificità dell’offerta, che testimonia un lavoro progettuale serio, approfondito e coerente".
Quanto pesa, in questo risultato, la conoscenza del territorio?
"Pesa moltissimo. Siamo profondamente convinti che l’eccellenza di questa progettazione sia la diretta conseguenza della profonda conoscenza del territorio umbro, dei suoi bisogni reali e delle reti di relazioni umane e professionali costruite nel tempo dalle nostre cooperative. Questo radicamento consente di elaborare risposte assistenziali che non sono solo formalmente corrette, ma realmente efficaci e centrate sulla persona".
L’RTI riunisce numerose cooperative. Che valore assume questa dimensione aggregata?
"È un valore strategico. Il raggruppamento, con ACTL come capofila insieme alle cooperative La Tenda, Terre Umbre, Il Quadrifoglio, Helios, Casaligha, Cipss, Il Cerchio, Seriana 2000 e La Speranza, ha saputo esprimere una visione integrata e non frammentata dei servizi. Sanità, assistenza, dimensione educativa e alimentare sono pensate come parti di un unico percorso riabilitativo. Questo è il vero punto di forza della cooperazione sociale".
Possiamo leggere questa sentenza come un segnale per il futuro del welfare umbro?
"Assolutamente sì. È un segnale che premia una cooperazione sociale coesa, qualificata e capace di innovare, nel pieno rispetto delle regole. Per questo desidero esprimere, a nome di Confcooperative Umbria, un sincero apprezzamento ad ACTL, al suo presidente Sandro Corsi, all’ufficio progettazione e al pool legale che ha seguito la procedura. È un risultato che rafforza la credibilità del nostro sistema e indica una direzione chiara per il futuro dei servizi alla persona in Umbria".
La sentenza del TAR chiude così positivamente un anno significativo per la cooperazione sociale regionale, confermandone il ruolo centrale nella costruzione di un welfare di qualità, fondato su professionalità, integrazione dei servizi e profonda attenzione alle persone e alle comunità.
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