Ex caserma Piave e futuro: un opuscolo professor Franco Raimondo Barbabella tra progetti passati e riuso

“La caserma Piave di Orvieto. Un patrimonio in degrado che attende di diventare risorsa. A vent'anni dal Business plan di RpO Spa. Un abbozzo di storia”. È il titolo dell'opuscolo redatto dal professor Franco Raimondo Barbabella per l'associazione di promozione sociale Il Pensiero - Studium Civitatis. “Un primo passo per far conoscere la storia di questo grande patrimonio del nostro territorio - anticipa quest'ultimo - con l'obiettivo di tenere un convegno specifico nei primi mesi del 2026, in cui valutare le possibili iniziative di riuso”.

Dell'opuscolo sarà fatto omaggio a coloro che oggi parteciperanno alle 15 all'auditorium Messina di palazzo Coelli, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, al convegno organizzato dall'associazione nell'ambito di un progetto sostenuto dall'ente. Il titolo racchiude insieme un interrogativo e un invito: “Quo vadis, Orvieto? Quale futuro per la città? Iniziamo il confronto”.

L'argomento sarà declinato nei suoi aspetti principali dagli interventi del presidente Franco Raimondo Barbabella (“Il patrimonio storico come risorsa territoriale”), Gian Luigi Maravalle, sindaco di Ficulle (“Necessità di un nuovo assetto istituzionale e uscita dall'isolamento”), Stefano Moretti, già vicepresidente della Regione Umbria (“Sistema sanitario, sviluppo e ruolo dei territori”) e Marco Sciarrini, saggista e promotore culturale (“Verso una politica di sistemi territoriali. Una necessità per l'Umbria”).

Sono in programma anche i contributi al dibattito di Elisa Cinti per Abitare Orvieto, Giordano Conticelli per Nova, Florido Fratini, presidente di PrometeOrvieto, Simone Orsini per il Comitato orvietano per la salute pubblica, Roberta Palazzetti per Proposta civica e Monica Tommasi, presidente nazionale dell'associazione ambientalista Amici della Terra.

“Le occasioni mancate oramai sono da dimenticare e proprio con l'esperienza di questi errori - osservano da Italia Viva Orvieto - dobbiamo agire nell'odierno con una nuova performance culturale e politica”.