La storia
Maurizio Castelli
“Disabilità? Se consideriamo il significato letterale vuol dire difficoltà e nella vita chi non le ha? quindi siamo tutti un po’ disabili”. Si presenta così Maurizio Castelli, allenatore dei portieri del settore giovanile dell’Orvietana. Dieci anni fa, a 23 anni, a seguito di un incidente stradale, perse il braccio sinistro, fu sua la scelta dell’amputazione, dopo varie operazioni. Maurizio iniziò così una nuova vita, ma senza rinunce o vittimismo. “Se vuoi, puoi. E se puoi, devi”, ecco un’altra sua massima che, con tenacia e determinazione, insieme all’aiuto della tecnologia, gli ha consentito di non abbandonare la sua passione, alimentata fin da bambino.

“Appena visti gli esiti dell’incidente, pensai che non avrei potuto più difendere una porta, invece mi sono prima avvicinato al calcio amputati, dove ho vestito le maglie della Roma e della Nazionale, quindi ho deciso di intraprendere la carriera da allenatore, riuscendo ad ottenere il patentino di primo livello esattamente un anno fa”.
Maurizio teoricamente può giocare anche nei campionati Figc, ma non può usufruire delle protesi, è stato tesserato in una società del Viterbese, partecipante alla Promozione, ma, a parte qualche amichevole e l’impegno costante in allenamento, non ha mai collezionato presenze. “E chi ti fa parare con un braccio solo? – scherza Maurizio – eppure avevo dimostrato di cavarmela bene. Oggi ormai, se si escludono le sfide a calciotto con gli amici, mi dedico solo a fare l’allenatore”.
Ma ad Orvieto era già capitato in precedenza, sono in pratica due anni che Maurizio si vede agli impianti sotto la Rupe. Il primo ad invitarlo fu l’allenatore dei portieri della prima squadra Giulio di Antonio che ricorda come lo ha conosciuto:
“Partecipai ad un campus portieri nel Lazio, lo vidi e mi emozionò, mi innamorai di lui, della sua forza di volontà e volli farlo conoscere ai ragazzi dell’Orvietana. Quando ho saputo che voleva intraprendere la carriera da allenatore mi fece molto piacere. Oggi sta svolgendo un grandissimo lavoro con i giovani”.
Maurizio si è ritrovato in staff, oltre a Giulio, anche Graziano De Luca, portiere della Ternana negli anni 70, orvietano di nascita. “Sono fortunato ad essere qui – afferma Maurizio Castelli - è una situazione ottimale, viste la professionalità di Giulio e l’esperienza del mitico Graziano, uno che ha fatto calcio vero, se l’Orvietana sta sfornando portieri di qualità ogni anno, qualcosa vorrà dire e vi posso anticipare che nella cantera c’è altro talento da far emergere”. Ma che messaggio arriva ai ragazzi, quando si ritrovano un allenatore come lui? “Credo sia molto educativo, i più giovani non hanno freni inibitori, mi chiedono di tutto, ad esempio quando mi tolgo la protesi ridono e la cosa mi fa stare bene, hanno voglia di imparare senza pensare a nulla durante l’allenamento, i più grandi inizialmente hanno qualche remora in più, ma poi vedono come lavoriamo e si convincono”. Maurizio chiude con un’altra delle sue massime: “La vita è quello che ti capita, ma, soprattutto, è come reagisci a ciò che ti capita”. Insomma chi ha la fortuna di averlo come tecnico ha veramente molto da imparare e non solo su come si difendono i pali di una porta.
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