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Far west delle rinnovabili: pronte 176 pale eoliche. De Luca: "Caos normativo che sta affossando la transizione energetica in Umbria"

Palazzo Donini chiede la modifica del decreto nazionale transizione con una proposta in Conferenza Stato Regioni. Scontro in consiglio

Alessandro Antonini

03 Dicembre 2025, 14:53

Far west delle rinnovabili: pronte 176 pale eoliche. De Luca: "Caos normativo che sta affossando la transizione energetica in Umbria"

Far west rinnovabili in Umbria: il nuovo decreto governativo crea scompensi in particolare in Umbria, denuncia l’assessore regionale all’Ambiente Thomas De Luca.

Incide la particolare conformazione del Cuore verde, con i tanti vincoli paesaggistici: la norma bloccherebbe di fatto i piccoli impianti liberalizzando i grandi. “Un caos normativo imposto dal governo nazionale che sta affossando la transizione energetica in Umbria”: De Luca la tocca piano. Poi spiega. “Di fatto sono eliminate le aree non idonee, così per gli impianti sopra i 30 megawatt, andando in procedura nazionale, in caso di ok del Mase e di no del ministero della Cultura e della Soprintendenza si andrebbe al Consiglio dei ministri con la possibilità concreta di autorizzazione. Di fatto è una liberalizzazione.

Per contro sul fronte dei piccoli impianti cambiano le regole delle aree idonee. Il parere paesaggistico diventa vincolante e viene ridotta la fascia (solar belt) per costruire nei pressi delle aree industriali. Quindi installare piccoli impianti collegati alle Cer diventa molto più difficile. Come Regione Umbria abbiamo presentato in Conferenza Stato Regioni una modifica al decreto nazionale per evitare questi paradossi che penalizzerebbero la produzione da rinnovabili sostenibile dando il via ai maxi impianti”.


176 pale

Ma quanti sono le possibili grandi installazioni? Solo per l’eolico sono stati presentati progetti per 176 aerogeneratori. Vanno aggiunti i maxi agrivoltaici.

Intanto nell’ultimo consiglio regionale la proposta di rivedere il decreto governativo è stata cassata. Serviva la maggioranza qualificata e la maggioranza di centrosinistra non è riuscita a far passare la sua linea. “L'assemblea legislativa umbra - hanno scritto i gruppi del campo largo - ha assistito a un atto di irresponsabilità politica senza precedenti. Il centrodestra difende lo status quo di caos normativo imposto dal governo nazionale che sta affossando la transizione energetica in Umbria”: così dopo la bocciatura dell'inserimento all'ordine del giorno della mozione urgente (per la quale è richiesto il voto di due terzi dell'assemblea) che era volta a chiedere la revisione del decreto legge 175/2025 (transizione 5.0) per la salvaguardia delle Comunità energetiche rinnovabili, la tutela del paesaggio umbro e delle aree idonee all'installazione di impianti a fonte energetiche rinnovabili. “Un danno enorme – secondo i consiglieri di maggioranza – per il sistema economico e sociale regionale, non consentendo alla giunta di avviare un'azione di concertazione con il governo nazionale, infligge un danno pesantissimo ad aziende, imprese e territorio, poiché non dà alcuna possibilità alla Regione di governare questo passaggio cruciale.

La mozione urgente chiedeva esplicitamente di garantire alle regioni il potere di definire aree non idonee all'installazione di grandi impianti eolici e agrivoltaici, al fine di tutelare i paesaggi identitari dell'Umbria, in primo luogo le praterie sommitali dei crinali appenninici e le aree agricole di pregio; consentire alla Regione di definire ulteriori aree idonee, superando la previsione attuale che preclude quasi la totalità del territorio regionale (secondo le simulazioni, circa il 97% del territorio non sarebbe annoverabile come ulteriore area idonea)”.

L’obiettivo era salvaguardare i progetti di piccola taglia comprese le Comunità energetiche rinnovabili.
La bocciatura della mozione “difende invece la restrizione attuale delle aree idonee, che rischia di avere un effetto diretto sul mercato facendo schizzare alle stelle il prezzo dei terreni. A Spoleto, in Valnerina, a Bevagna, ad Orvieto, o in qualsiasi altro luogo che sarà devastato da mega impianti eolici e fotovoltaici, la minoranza di centrodestra oggi nega l'opportunità di chiedere la revisione normativa dando il via libera al saccheggio del nostro paesaggio in nome della liberalizzazione totale. La destra sceglie così di non tutelare l'Umbria, ma di difendere il caos del governo nazionale che toglie alla Regione il potere di decidere sul proprio futuro”, conclude la maggioranza umbra di centrosinistra.


Centrodestra replica

“Abbiamo votato contro l’inserimento all’ordine del giorno della mozione presentata dalla maggioranza, che chiedeva alla Regione di intervenire sul decreto legge ‘175/2025’, il cosiddetto ‘Transizione 5.0’, e abbiamo chiesto il rinvio in Commissione, poiché, come ribadito a più riprese in ogni sede istituzionale, volevamo che venisse avviata una riflessione condivisa e unitaria su un tema che, siamo consapevoli, sia di assoluto rilievo per la nostra regione”. È quanto dichiarano i consiglieri regionali di opposizione.

Respingiamo pertanto con fermezza – spiegano i consiglieri di minoranza – le dichiarazioni tendenziose diffuse dai gruppi di maggioranza, che ancora una volta scelgono la strada della polemica sterile e della distorsione dei fatti. La maggioranza è perfettamente consapevole che quella mozione è stata costruita soltanto per creare conflitto, non certo per affrontare in modo serio un tema complesso come quello della pianificazione energetica. De Luca, infatti, grazie al ruolo che ricopre, non aveva bisogno dell’approvazione dell’atto poiché ha piene facoltà di attuare questo percorso, così come di fare ricorsi. L’assessore all’Ambiente inoltre ha scelto, con l’approvazione della legge sulle aree idonee, di forzare un provvedimento pur sapendo che era necessario attendere il quadro normativo nazionale, definito solo di recente, per evitare sovrapposizioni, contraddizioni e l’ennesimo rimescolamento delle carte. È assurdo che la maggioranza abbia chiesto alle opposizioni di avallare atti affrettati e inefficaci solo per assecondare l’improvvisazione della giunta. Hanno trasformato un tema strategico come le rinnovabili in un terreno di scontro ideologico, invece di lavorare con responsabilità e visione”.

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